tag:blogger.com,1999:blog-29434520391905212822024-03-05T11:28:18.323+01:00Diario Italiano di Franco FrattiniDiario italiano è un foglio interattivo su cui poter scrivere, commentare, criticare o apprezzare, le idee e le proposte di Franco Frattini. Dalla politica italiana al PPE, dalla politica estera alla difesa dell’ambiente ed ai diritti degli animali, dal mondo dei bambini all’Italia nel mondo, con il suo made in Italy, dallo sport alle questioni di giustizia e alla difesa e promozione dei diritti fondamentali.Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.comBlogger1269125tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-71216433975870416612021-06-18T15:47:00.004+02:002021-06-18T15:47:44.804+02:00Franco Frattini to RT International: West has golden opportunity to restore or even normalize relations with Russia<p><b>Russian President Vladimir Putin has met his American counterpart, Joe Biden, in the Swiss city of Geneva</b></p><p><b><br /></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghecB_Uuuc6gox4Qc7_WGboNru2Wk3w76SphW2b8U5fO0zq14CzDBNEmvA0CDosjq_DKwyCo7Q26JcdpFfIdJT7gB-8udwQ-EkA0Q21x9NgitYPAx8mIpi7mu8QcjtL7_olgzPHZc8XfA/s626/Schermata+2021-06-18+alle+15.41.49.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="307" data-original-width="626" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghecB_Uuuc6gox4Qc7_WGboNru2Wk3w76SphW2b8U5fO0zq14CzDBNEmvA0CDosjq_DKwyCo7Q26JcdpFfIdJT7gB-8udwQ-EkA0Q21x9NgitYPAx8mIpi7mu8QcjtL7_olgzPHZc8XfA/s320/Schermata+2021-06-18+alle+15.41.49.png" width="320" /></a></div><p></p><b>
Franco Frattini</b> to <a href="https://www.rt.com/">RT International:</a> West has golden opportunity to restore or even normalize relations with Russia <div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><b>Watch the full video: <a href="https://youtu.be/3dXOs3T84-g">https://youtu.be/3dXOs3T84-g</a></b></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/3dXOs3T84-g" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-44431938895364314092021-05-17T13:40:00.001+02:002021-05-17T13:51:10.412+02:00Franco Frattini, magistrato e politico interviene a SOUL Tv2000<p><b>Franco Frattini, magistrato e politico interviene a <a href="https://www.tv2000.it/soul/video/franco-frattini-magistrato-e-politico/" target="_blank">SOUL Tv2000</a></b></p>
<p> 15 Maggio 2021 </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje2HyI_GSpMfdJfnnVpneQAkej221UZXpBqFgwSKdg4lAi0vHIA3XXCqPjOfGRDqnvNfo2Mwn68MGen1ec91xGsUdHOVaIZEB3XzD3GQdBeQWDaJq-B8u8CmBMwhfP4DLAKB8jmCuZrh0/s500/safe_image.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="260" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje2HyI_GSpMfdJfnnVpneQAkej221UZXpBqFgwSKdg4lAi0vHIA3XXCqPjOfGRDqnvNfo2Mwn68MGen1ec91xGsUdHOVaIZEB3XzD3GQdBeQWDaJq-B8u8CmBMwhfP4DLAKB8jmCuZrh0/s320/safe_image.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p style="text-align: justify;">Franco Frattini, magistrato, politico, due volte Ministro degli Esteri, Commissario UE, Presidente dell’Alta Corte di Giustizia del Coni, appena nominato Presidente aggiunto del Consiglio di Stato…parliamo di Europa, di un’unità necessaria ma mai pienamente raggiunta, dal tema della sicurezza all’accoglienza, alle azioni e reazioni in questa pandemia; parliamo di necessaria riforma della giustizia e di separazione delle carriere dei magistrati; di presenza dell’Italia nei grandi vertici internazionali, dell’emergenza in Libia e del rapporto con la Turchia, del ddl Zan e della proprietà intellettuale dei vaccini. </p><p style="text-align: justify;"><i>L’ex ministro degli Esteri ospite del programma Soul: “Sulla Libia bene Draghi. Partecipazione alla guerra in Iraq ex post non fu decisione giusta” “Sul caso Turchia “abbiamo fatto noi degli errori, ma non c’è dubbio che oggi la deriva del presidente Erdogan non è quella che noi ci saremmo aspettati”.</i> </p><p style="text-align: justify;">Lo afferma l’ex ministro degli Esteri e da poco nominato Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Franco Frattini, ospite del programma <a href="https://www.tv2000.it/ufficiostampa/2021/05/14/frattini-a-tv2000-erdogan-alla-deriva-occidente-ha-spinto-turchia-verso-russia-e-cina/" target="_blank">‘Soul</a>’ in onda su Tv2000 sabato 15 maggio ore 20.50 e lunedì 17 alle 21 su InBlu2000. </p><p style="text-align: justify;">“Il presidente Draghi – aggiunge Frattini – ha espresso nei confronti di Erdogan un sentimento che gli veniva molto spontaneo e certamente che si tratti di una autocrazia io l’ho visto da quando creai il gruppo degli amici della Turchia per cercare nel 2003 di farli entrare nell’Unione Europea. A forza di spingerli verso est in tanti e tanti anni invece di portarli verso l’occidente li abbiamo messi nelle mani della Russia e forse anche della Cina”. </p><p style="text-align: justify;">Frattini a Tv2000 affronta anche la questione libica: “In Libia credo che il presidente Draghi abbia fatto una cosa molto importante. È stata una scelta coraggiosa di andare subito dal nuovo primo ministro libico diciamo di transizione, perché poi si dovrebbe votare il 24 dicembre di quest’anno in Libia, e il ministro Di Maio abbia fatto bene ad andare insieme ai colleghi francese e tedesco per dimostrare che il nucleo forte dell’Europa c’è. Tutt’altra cosa è se la Libia rimarrà una Libia o vi saranno due Libie. Perché è un po’ difficile far immaginare a coloro che sono sul campo che domani la Turchia, che ha 5000 uomini che proteggono Tripoli e la Russia che ne ha altrettanti che proteggono la Cirenaica, salutino e mettano tutto nelle mani dei libici”. </p><p style="text-align: justify;">“La partecipazione alla guerra in Iraq ex post – conclude Frattini – non fu sicuramente una decisione giusta, ma il primo ad essere ingannato fu proprio il segretario di stato americano, il generale Colin Powell che portò in consiglio di sicurezza la famosa pistola fumante che purtroppo non corrispondeva alla verità perché a lui avevano dato dati non veri”. </p><p style="text-align: justify;">➡ Rivedi su YouTube l'incontro di sabato di Monica Mondo con Franco Frattini a SOUL:</p><p style="text-align: justify;"> <a href="https://www.youtube.com/watch?v=CAkfA7iWBo8">https://www.youtube.com/watch?v=CAkfA7iWBo8</a></p>
<p style="text-align: justify;"><br /></p><div style="text-align: justify;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/CAkfA7iWBo8" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-18072157766906830922021-05-17T13:31:00.002+02:002021-05-17T13:31:20.551+02:00Così Biden può spegnere la polveriera Gaza. Parla Frattini <b>
Così Biden può spegnere la polveriera Gaza. Parla Frattini
</b><p style="text-align: justify;"><b><i>Franco Frattini, presidente della Sioi e già ministro degli Esteri, legge il conflitto israelo-palestinese e auspica un intervento americano. “L’Europa? Temo che non possa fare tanto, vista la grande crisi di leadership e le divisioni che la percorrono”</i></b></p><p style="text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></p><p style="text-align: justify;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bVhX2h0ieKPaUIQpkp7SRNtkoPEhty7cTi9eusZR6utDHNEW2UQCMaYedLSucR3cDjth9htKUzqqFk2brMdNyoAUBqKTmgXA3tyIMXJrONpE3ppCmce6NTXLhIEbXPv_vdgqONJ7nAM/s720/frattini-imago-720x390.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bVhX2h0ieKPaUIQpkp7SRNtkoPEhty7cTi9eusZR6utDHNEW2UQCMaYedLSucR3cDjth9htKUzqqFk2brMdNyoAUBqKTmgXA3tyIMXJrONpE3ppCmce6NTXLhIEbXPv_vdgqONJ7nAM/s320/frattini-imago-720x390.jpg" width="320" /></a></b></div><b><br /><i><br /></i></b><p></p><div style="text-align: justify;">Di Federico Di Bisceglie | 15/05/2021 - Esteri </div><div style="text-align: justify;"><a href="https://formiche.net/2021/05/cosi-biden-puo-spegnere-la-polveriera-gaza-parla-frattini/" target="_blank">Formiche </a></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ormai ai morti, si preferisce contare i razzi. Sarebbero 2300 gli ordini scagliati contro Israele da quando il conflitto si è riacceso. Il Medioriente ribolle. L’ala militare di Hamas ha rivendicato la paternità dell’attacco missilistico sferrato contro l’intera area urbana attorno a Tel Aviv. D’altro canto lo Stato Ebraico ha, in queste ore, colpito il grattacielo al-Jala, nel pieno centro di Gaza. In mezzo alla carneficina, c’è ancora chi è fermamente convinto che la diplomazia debba fare la sua parte. Anzi, “l’America deve tornare a fare l’America”. Non ha dubbi su questo <b>Franco Frattini</b>, due volte Ministro degli Esteri nei Governi Berlusconi, oltre che ex Commissario europeo. Da quest’anno presidente aggiunto del Consiglio di Stato e dal 2012 presidente della <a href="http://SIOI.">SIOI.</a> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Frattini, il cambio di leadership in Usa ha di fatto lasciato in mezzo al guado gli Accordi di Abramo. Che significa dunque che l’America deve tornare a fare l’America? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
L’inviato di Biden deve fare chiarezza e convincere Netanyahu che Israele è molto più tutelata di prima. Non solo: le reazioni dello Stato Ebraico non possono sempre essere così asimmetriche e sproporzionate. Un gigante contro un nano. Da quelle parti è come se fosse sempre la lotta fra Davide e Golia. Al contempo, l’America deve continuare a fare pressione sull’Egitto per convincere Israele a fermare le ostilità. Sono gli egiziani, ad avere le chiavi dei tunnel di Gaza. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>I rapporti fra Biden e Netanyahu non potranno mai essere gli stessi che Netanyahu aveva con Trump.</b> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Infatti, anche perché attualmente non sappiamo quanto Biden voglia spingere sulla riconciliazione ottenuta attraverso la stipula dell’accordo di Abramo. Continuare su questa strada significherebbe confermare il ruolo da protagonista dell’Arabia Saudita. Ma Biden sembrava avere altre intenzioni… </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>C’è un attore che soffia sul fuoco: l’Iran. </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
L’Iran ha compiuto un atto impensabile: accettare la prospettiva di riprendere il dialogo con i sauditi grazie all’intercessione del Qatar. Ma questo è un problema, perché l’Iran, sentendosi meno accerchiata, ha ripreso vigore ed è tornata a sostenere Hamas in chiave anti israeliana. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Al di là di quello che appare, ci sono problematiche politiche pesanti sia nell’autorità nazionale palestinese che nello Stato Ebraico. </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Sicuramente si. Da un lato abbiamo Netanyahu che, per la quinta volta consecutiva, mira a farsi rieleggere. Dall’altro c’è un <i>vulnus</i> nell’autorità nazionale palestinese. Abu Mazen si è trovato costretto a rimandare ancora una volta le urne perché non è riuscito a contrastare i pressing di Hamas. E questo è un tema dal quale non si deve distogliere l’attenzione. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>A suo giudizio, quali devono essere le mosse che deve compiere l’Europa per tentare una de-escalation del conflitto? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
L’Europa può fare ben poco a mio giudizio. Per almeno due fattori. Innanzitutto una grande divisione interna su queste tematiche fra gli stati membri. In secondo luogo perché l’Ue è, mai come in questo periodo, assolutamente priva di leadership forti. L’indebolimento della Germania, al crepuscolo dell’era di Angela Merkel e la Francia, infiacchita esattamente come il suo presidente Macron. L’unico leader europeo in questo momento è il presidente Mario Draghi, che però ha ben altri problemi da risolvere per occuparsi di Medioriente. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Piero Fassino, pochi giorni fa proprio su Formiche, auspicava l’intervento del ‘Quartetto’. Che ne pensa? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Il Quartetto io l’ho visto nascere, e l’ho visto prendere iniziative sempre molto blande, in particolare su questo tema. Il Quartetto sconta le stesse problematiche europee legate a una totale assenza di una leadership forte. Come detto, affinché cessino le ostilità, occorre un intervento statunitense. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>L’Italia che può fare? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Differentemente da altri Paesi europei, il nostro può vantare ottimi rapporti sia con la Palestina sia con Israele. Da un lato infatti, noi ci opponemmo a determinate decisioni della comunità internazionale volte (surrettiziamente e non) a mettere in discussione la legittimità dello stato ebraico. Oltre ad aver espresso più volte la volontà di inserire Hamas nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Dall’altro i palestinesi, da Craxi in poi, hanno sempre potuto contare sul nostro appoggio. L’Italia quindi, potrebbe fare da ponte. Il mio consiglio al Ministro Di Maio è proprio quello di sfruttare questa nostra posizione, cercando di parlare con franchezza.</div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-32356933715183176312021-05-17T13:20:00.004+02:002021-05-17T13:20:53.681+02:00Allargamento a Est, parla l’ex ministro degli Esteri Frattini: «Russia, Cina e Turchia nei Balcani colmano il vuoto lasciato dall’Ue»<b>
Allargamento a Est, parla l’ex ministro degli Esteri Frattini: «Russia, Cina e Turchia nei Balcani colmano il vuoto lasciato dall’Ue» </b><div><b>Intervista di MAURO MANZIN </b></div><div><b><br /></b></div><div><b>15 MAGGIO 2021
</b><p><i>«Dopo l’ingresso della Croazia Bruxelles poteva fermarsi ma anche dare segnali concreti di esistenza. Il pro-europeismo nei Paesi dell’area è diminuito»</i></p><div style="text-align: justify;">TRIESTE -I Balcani sono diventati la sua passione, da quando, come ministro degli Esteri ne fu un attore protagonista nonché fautore di una forte Ostpolitik italiana. Franco Frattini attuale presidente di Sezione presso il Consiglio di Stato (...)</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtZrRD6ulG00Iz3jwMZRUMPxfWropYXn3tzRjiGQUo8os-XfCJY9ZBywJ61aA5G6jFIec0uZ68sPrWS9aHbgeqZnLkwA5F2rCyS5Q4zGkOvmkGVLHWHTGnEQHoRwov0lfgaVi4HyVHj4/s2048/Frattini_intervista_Ilpiccolo_Pagina_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1447" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtZrRD6ulG00Iz3jwMZRUMPxfWropYXn3tzRjiGQUo8os-XfCJY9ZBywJ61aA5G6jFIec0uZ68sPrWS9aHbgeqZnLkwA5F2rCyS5Q4zGkOvmkGVLHWHTGnEQHoRwov0lfgaVi4HyVHj4/w283-h400/Frattini_intervista_Ilpiccolo_Pagina_1.jpg" width="283" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDA7_LiOv3wotuBoyfHW0rc3nAFmBleoHqKgIyP60wWUZpO2yN66-g6VQwksN5NUAvI2VJSzfA1L_JD1WxirPWZMOOnmPTB9Q_oWaz1rkmNN74IfQ7GUifaSxtd6MQNN4ti5YRvWCTC6E/s2048/Frattini_intervista_Ilpiccolo_Pagina_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1447" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDA7_LiOv3wotuBoyfHW0rc3nAFmBleoHqKgIyP60wWUZpO2yN66-g6VQwksN5NUAvI2VJSzfA1L_JD1WxirPWZMOOnmPTB9Q_oWaz1rkmNN74IfQ7GUifaSxtd6MQNN4ti5YRvWCTC6E/w283-h400/Frattini_intervista_Ilpiccolo_Pagina_2.jpg" width="283" /></a></div><br /><div><br /></div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-52184433256831798472021-05-12T10:55:00.002+02:002021-05-12T10:55:51.135+02:00LINK'S TALK - Mediterraneo: mare non più nostrum. Stefano Zurlo intervista Franco Frattini<p style="text-align: center;"><b>LINK'S TALK - Mediterraneo: mare non più nostrum. </b></p><p style="text-align: center;"><b>Stefano Zurlo intervista Franco Frattini</b></p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3aibP5Oy6oQAUlr6UxJ61e6VDsgdstCI71RiDsP_bcPfQAont2sTnbk3KG6y2pLLGhiTKZ_q96RmNUOvJObT1wkRyjTV2mh7MjFlT-Sh69FoLmcNg4d8xAuviAbKMdOOCbi8Tso0hd6U/s878/Schermata+2021-05-12+alle+10.53.39.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="878" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3aibP5Oy6oQAUlr6UxJ61e6VDsgdstCI71RiDsP_bcPfQAont2sTnbk3KG6y2pLLGhiTKZ_q96RmNUOvJObT1wkRyjTV2mh7MjFlT-Sh69FoLmcNg4d8xAuviAbKMdOOCbi8Tso0hd6U/s320/Schermata+2021-05-12+alle+10.53.39.png" width="320" /></a></div><br /><b><br /></b><p></p><p style="text-align: center;"><b><br /></b></p><div style="text-align: justify;">Link's Talk è un nuovo format della <b>Link Campus University,</b> un momento di approfondimento sulle tante tematiche d'attualità.
Noti giornalisti intervistano personaggi del mondo della Diplomazia, delle Istituzioni, dello Sport, dello Spettacolo, dell'Economia, del Diritto e della Comunicazione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Link all'intervista: <a href="https://youtu.be/QHMFdSJlvcs" style="text-align: left;">https://youtu.be/QHMFdSJlvcs</a></b></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /><div>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/QHMFdSJlvcs" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div></div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-13944054955748411112021-04-23T10:14:00.006+02:002021-04-23T17:06:27.347+02:00Come scongiurare l’incubo delle “tre Libie”. Ecco il modello IRINI<p style="text-align: justify;"><b>Come scongiurare l’incubo delle “tre Libie”. Ecco il modello IRINI </b></p><p style="text-align: justify;">Di Marco Battaglia | 20/04/2021 </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8aRtzvMIkcyWPWNP_Tkn67UV4VJ1fWrU30RQ1gaMEmLsaFAxqU6ljHggGW0UhSOlPUDWSxm-gIdwsazk-03O4tgsqOls1vs6a9Za9Hmpfr0hleXGgeglt5QqbWP8Z8FjM993N7TmlKVw/s720/Imagoeconomica_1030146-2-720x390.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="720" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8aRtzvMIkcyWPWNP_Tkn67UV4VJ1fWrU30RQ1gaMEmLsaFAxqU6ljHggGW0UhSOlPUDWSxm-gIdwsazk-03O4tgsqOls1vs6a9Za9Hmpfr0hleXGgeglt5QqbWP8Z8FjM993N7TmlKVw/w400-h216/Imagoeconomica_1030146-2-720x390.jpg" width="400" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://formiche.net/2021/04/webinar-libia-irini-sioi/" target="_blank">FORMICHE</a></p><p style="text-align: justify;"><i>I suggerimenti da “La politica europea di sicurezza comune e di difesa in Libia”, il webinar organizzato dall’operazione Eunavfor Med – Irini in collaborazione con la SIOI, primo passo della serie di incontri di Shade Med. Presenti il presidente della Sioi, Franco Frattini, il comandante di Irini, Fabio Agostini, il vice capo delegazione Ue in Libia, Nadim Karkutli e il capo missione di Eubam, Natalina Cea</i></p><p style="text-align: justify;"> “Whatever it takes, l’Europa deve salvare la Libia”. Si è concluso così, ieri, il webinar organizzato dall’operazione europea Irini, al comando dell’ammiraglio <b>Fabio Agostini</b> (qui è possibile rivedere la diretta), in collaborazione con la <b>SIOI,</b> primo passo di “Shade Med”, un percorso di eventi che condurrà fino alla conferenza in autunno, per affrontare in maniera aperta ed efficace il dibattito sulla sicurezza del Mediterraneo. Sono intervenuti il presidente della Sioi, <b>Franco Frattini,</b> il comandante Agostini, il vice capo delegazione dell’Unione europea il Libia con delega agli affari politici, stampa e informazione, <b>Nadim Karkutli</b>, e il capo missione della European Union border assistance mission in Libya (Eubam), <b>Natalina Cea</b>. </p><p style="text-align: justify;"> “L’eventuale partizione della Libia in due o tre entità, dopo le prossime elezioni di dicembre, sarebbe un incubo”, ha espresso con chiarezza <b>Frattini </b>nel corso del suo intervento, sottolineando l’importanza del continuo supporto internazionale al processo di pacificazione interno al Paese rivierasco. La natura di questo supporto deve essere necessariamente politica, altrimenti “tutti i nostri sforzi sarebbero ininfluenti”. Per questo, ha continuato il <b>presidente della Sioi</b>, è indispensabile la continua cooperazione tra la missione europea in Libia Eubam, la missione delle Nazioni Unite Unsmil e l’operazione Irini, secondo un approccio omnicomprensivo che abbracci l’intera regione. Proprio in vista di questo approccio regionale è, secondo Frattini, necessario coinvolgere tutti gli attori interessati alla stabilità della regione, Russia e Turchia incluse, senza le quali ogni sforzo sarebbe parziale e inefficace.</p><p style="text-align: justify;">L’APPROCCIO OLISTICO DI IRINI </p><p style="text-align: justify;">La situazione sul campo, infatti, è ancora tutt’altro che risolta, come ha illustrato l’ammiraglio <b>Agostini</b>: “la mancanza dello Stato in ogni sua diramazione comporta un proliferare delle attività illecite in Libia, comportando la necessità di mantenere la presenza dei controlli”. Inoltre, il quadro geopolitico libico è ulteriormente complicato dalla presenza di diversi attori intenti a perseguire ciascuno il proprio tornaconto, come la Cina e le stesse Russia e Turchia. In questo contesto così sfaccettato, la missione Irini ha dimostrato, fin dalla sua attivazione nel marzo dell’anno scorso, la sua efficacia nel combattere le attività illegali che passano per la Libia, grazie al suo approccio olistico alle varie criticità che affliggono quella porzione di Mediterraneo. </p><p style="text-align: justify;">“Irini non è la soluzione – ha commentato Agostini – ma è lo strumento per creare le condizioni per arrivare a una soluzione”. La lotta ai traffici illeciti, dal traffico illecito di petrolio a quelle delle armi a quello, purtroppo, di esseri umani, non è una mera operazione di securizzazione. Come illustrato dal comandante di Irini: “le attività di contrabbando creano una condizione di squilibrio nei redditi libici”, peggiorando ulteriormente le condizioni economico-sociali del Paese. </p><p style="text-align: justify;">IL COINVOLGIMENTO DELLA SOCIETÀ CIVILE </p><p style="text-align: justify;">Condizione necessaria e indispensabile per il miglioramento della situazione in Libia è, secondo <b>Natalina Cea:</b> “la partecipazione dei libici e la loro titolarità in tutti i programmi e processi verso la stabilizzazione”. Proprio in un momento nel quale è forte nel Paese il desiderio di sostegno internazionale, per arrivare ad una normalizzazione della situazione interna, il coinvolgimento della società civile e della popolazione diventa un aspetto fondamentale. Questo coinvolgimento, inoltre, servirà anche come collante tra le tre aree del Paese, Tripolitania, Cirenaica e Fezzan, la cui deriva e frammentazione porterebbe a quello scenario “da incubo” profilato da Frattini. </p><p style="text-align: justify;">Per questo l’avvento del governo di unità nazionale guidato da <b>Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh</b> è, per <b>Nadim Karkutli</b>, un fattore cruciale verso la soluzione della crisi libica: “nel nuovo governo sono presenti rappresentanti provenienti da tutte e tre le regioni della Libia, il che migliora l’efficacia dei colloqui anche a livello governativo”. Nonostante questo positivo passo, le difficoltà permangono, soprattutto perché, sempre secondo il vice capo delegazione dell’Unione europea il Libia: “il Paese non ha mai avuto delle forti istituzioni della società civile, e le tre aree storiche non hanno mai collaborato tra di loro durante il periodo di<b> Muʿammar Gheddafi</b>. Ora queste istituzioni vanno costruite”.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Link allo streaming sul canale <a href="https://www.youtube.com/channel/UCGiVaFEwwzXABjyFVc65Dsg" target="_blank"> YouTube SIOI UNA ITALY</a></b></p><p style="text-align: justify;"><b><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/IEgDsOxFQgg" title="YouTube video player" width="560"></iframe></b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-71647968231164667602021-04-22T14:54:00.004+02:002021-04-22T14:58:42.441+02:00NATO Defense College: si conclude il NATO Regional Cooperation Course 25. Ospite d’onore Franco Frattini (23 aprile 2021 h 10 in streaming)<p><b>NATO Defense College: domani si conclude il NATO Regional Cooperation Course 25. Ospite d’onore Franco Frattini </b></p><p><b><br /></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_dbhFKHzQulls1nfr4dnHvX3UV-xhiL_HznyCe3yXAVlVKnCtdLQ0RzkQjYYkl0UFiYN7PRdY8-blZ8tdbsapTWlNo-T35TZVpdeea68CHEV4Zq5k2YD349pKGfgo_AZaT1hVv_WrkYc/s768/NDC-JUNE20-768x512.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="512" data-original-width="768" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_dbhFKHzQulls1nfr4dnHvX3UV-xhiL_HznyCe3yXAVlVKnCtdLQ0RzkQjYYkl0UFiYN7PRdY8-blZ8tdbsapTWlNo-T35TZVpdeea68CHEV4Zq5k2YD349pKGfgo_AZaT1hVv_WrkYc/w400-h266/NDC-JUNE20-768x512.jpg" width="400" /></a></div><br /><b><br /></b><p></p><p style="text-align: justify;">Roma, 22 aprile 2021- Dopo 10 settimane di lezioni svolte secondo un format ibrido, il NATO Regional Cooperation Course 25, il corso di studi del <a href="https://www.ndc.nato.int/" target="_blank">NATO Defense College </a>con focus sui Paesi partner dell’Alleanza Atlantica, si concluderà, il 23 aprile 2021, con la cerimonia di rito e la consegna dei diplomi ai 29 partecipanti, provenienti da 14 Stati. </p><p style="text-align: justify;">Ospite d’onore l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, attualmente presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) che pronuncerà il discorso alla platea del College concentrandosi sul ruolo della NATO e il fianco Sud: “<b>NATO 2030 looking to the South”</b>.</p><p style="text-align: justify;">Alla cerimonia parteciperanno come di consueto autorità del panorama civile e militare, in forma virtuale e nel rispetto delle vigenti direttive anti COVID. </p><p style="text-align: justify;">Sarà possible seguire l’evento in streaming, sulle piattaforme social del NATO Defense College, a partire dalle ore 10 del 23 aprile 2021.</p><p style="text-align: justify;"><b>Link per seguire l'evento:</b></p><p style="text-align: justify;"><b>Youtube: </b><a href="https://youtu.be/4z-E4UVI6Hw"> https://youtu.be/4z-E4UVI6Hw</a></p><p style="text-align: justify;"><b>Twitter</b>:<a href="https://twitter.com/i/broadcasts/1nAKELQavvvxL"> https://twitter.com/i/broadcasts/1nAKELQavvvxL</a></p><p style="text-align: justify;"><b>Facebook</b>: <a href="https://www.facebook.com/NATODefenseCollege">https://www.facebook.com/NATODefenseCollege</a></p><p style="text-align: justify;"><b>Linkedin</b>: <a href="https://www.linkedin.com/company/nato-defense-college/">https://www.linkedin.com/company/nato-defense-college/</a></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/4z-E4UVI6Hw" title="YouTube video player" width="560"></iframe></p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-55453714864213696382021-04-13T11:30:00.000+02:002021-04-13T11:30:00.092+02:00Fermezza e realismo. La linea di Draghi con la Turchia spiegata da Frattini a Formiche <p><b>Fermezza e realismo. La linea di Draghi con la Turchia spiegata da Frattini </b></p><p>Di Emanuele Rossi | 12/04/2021 </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioFy13RG8Dmen87wjsNqYrAmL939zqyEDd3NX1LG8tV0QdgY3fqBRkzJQgIb373Gav-dy7OLWa4MbvGDGqqE_F2um2oazaVVKidx-4dVP07zRT0OzxymmVdxGhRZGr_XUNSUBoD8F5YtA/s720/frattini-imago-720x390.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioFy13RG8Dmen87wjsNqYrAmL939zqyEDd3NX1LG8tV0QdgY3fqBRkzJQgIb373Gav-dy7OLWa4MbvGDGqqE_F2um2oazaVVKidx-4dVP07zRT0OzxymmVdxGhRZGr_XUNSUBoD8F5YtA/s320/frattini-imago-720x390.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><div style="text-align: justify;"><i>Draghi ha fatto una wake-up call all’Ue, chiedendo che con la Turchia si proceda verso una politica unita e organica, senza fare passi indietro sui diritti, ma non dimenticando l’insostituibilità di Ankara. </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Conversazione con Franco Frattini, presidente della Sioi e già ministro degli Esteri </i></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">“Il presidente del Consiglio <b>Mario Draghi</b> ha detto quello che altri leader europei dicono nei corridoi ma non hanno il coraggio di dire pubblicamente, usando per altro un’espressione onnicomprensiva che rappresenta bene il problema di fondo che allontana la Turchia all’Ue, ossia il tema dei diritti”. <b>Franco Frattini</b>, presidente della Sioi, già ministro degli Esteri e commissario europeo, parla con <a href="http://Formiche.net">Formiche.net</a> di quel “dittatori” che il capo del governo italiano ha usato qualche giorno fa per descrivere il presidente turco, <b>Recep Tayyp Erdogan.</b> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">L’ex capo della diplomazia italiana ricorda la telefonata che Draghi e Erdogan hanno avuto recentemente (che Frattini commentava positivamente su queste colonne) e da lì allunga il ragionamento oltre la cronaca. Serve un contatto diretto e un ammonimento sulle violazioni sui diritti umani, ma c’è anche un’inevitabilità di un rapporto con i turchi? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“La Turchia è un interesse per Europa e Occidente: è il terzo esercito della Nato, e questo significa che è una potenza di stabilizzazione in grado di giocare un ruolo proprio la Nato, l’Europa e l’Occidente in un’ampia parte del mondo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oppure può farlo contro di noi”, spiega.
“Ripropongo – continua Frattini – la domanda che feci a tedeschi e francesi quando la Turchia propose la domanda di annessione all’Ue e loro risposero subito negativamente: ossia, vogliamo schiacciare la Turchia nella braccia della Russia e dell’Iran, e poi adesso della Cina, oppure vogliamo tenerla vicino a noi?”.
Russia e Cina hanno interesse strategico nel tirare dalla propria parte la Turchia, anche come forma di disarticolazione della Nato. In più Ankara è presente come sfera di influenza in diversi contesti che Mosca e Pechino ritengono strategicamente rilevanti. Per esempio il Caucaso e i Balcani o l’Eurasia, ma anche l’Africa e chiaramente il Mediterraneo e il Medio Oriente. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“La Turchia – continua Frattini – gioca un ruolo da potenza regionale. Pensiamo agli equilibri con Egitto, oppure quello che abbiamo visto in questi giorni, con Ankara che ha preso una posizione molto dura sull’indipendenza dell’Ucraina. E mentre il Donbas è in posizione difficile, la Russia, che si è sempre messa d’accordo con la Turchia, ora riceve una doccia fredda su quella crisi. Questo ci deve far ragionare sulla capacità della Turchia di muovere la propria politica estera in tanti fronti”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi, lunedì 12 aprile, il primo ministro libico e metà del governo che guida sotto egida Onu è in Turchia. La Libia è un altro dei teatri in cui Ankara negli anni scorsi ha mosso la sua politica estera, intervenendo a sostegno del precedente esecutivo onusiano di Tripoli sotto aggressione militare dalla Cirenaica. In Libia la Turchia è presente anche militarmente, mentre sull’altro lato sono presenti contractor militari russi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Come pensiamo di rendere la Libia, un nostro interesse nazionale, indipendente, se non parliamo con i turchi?”, si chiede Frattini.
“È evidente – continua – che un dialogo critico ci deve essere, riconoscendo le massicce violazioni di diritti umani, ma è pure evidente che la politica estera si gioca su interessi fondamentali. Prendiamo per esempio, Joe Biden: il presidente americano è molto attento ai diritti, ma si guarda bene dal voler tagliare con la Turchia”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Draghi, secondo l’ex ministro italiano, “ha fatto una wake-up call a tutta l’Unione europea, un messaggio per far sì che le relazioni con la Turchia non siano a corrente alternata, frutto degli interessi del momento, ma di un’elaborazione di una politica organica e comune. Ossia, allargando l’ottica, dobbiamo capire se c’è un’Europa capace di pensare la propria politica estera”.</div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-49536896756825268162021-03-30T09:30:00.004+02:002021-03-30T09:30:27.456+02:00Turchia, ecco perché Biden scommette su Draghi. Parla Frattini<p><b>Turchia, ecco perché Biden scommette su Draghi. Parla Frattini</b></p>
Di Francesco Bechis | 27/03/2021 - Esteri <div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0UzkSfUwB76W5LWM97netaueFLcKXldWYhUTp-97rjv93-_0sRrmHLXZ4j6_zVK-Mqvy5MZk180yJAZgnxAmXOsrmiQIRVHYnq2EWCi0t3VhAZEn0CQXTMZ0wdQeA16Sjrbucig3_U5I/s720/frattini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0UzkSfUwB76W5LWM97netaueFLcKXldWYhUTp-97rjv93-_0sRrmHLXZ4j6_zVK-Mqvy5MZk180yJAZgnxAmXOsrmiQIRVHYnq2EWCi0t3VhAZEn0CQXTMZ0wdQeA16Sjrbucig3_U5I/s320/frattini.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>Conversazione con il presidente della Sioi e già ministro degli Esteri. Draghi ha capito il legame strategico fra Italia e Turchia, Biden scommette anche su Roma per tenere Ankara nell’alveo Nato. In Libia e nei Balcani ormai siamo spettatori. Occhio a dare la Russia per finita: può nascerne un nuovo Putin </i></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">“C’era un tempo in cui potevo invitare Erdogan alle riunioni del Partito popolare europeo”. Franco Frattini, presidente della Sioi, già ministro degli Esteri e commissario europeo, ricorda bene quando Europa e Turchia si parlavano. Quei tempi sono ormai tramontati, dice a <a href="http://Formiche.net.">Formiche.net.</a> Non la necessità di un dialogo strategico di cui l’Italia di Mario Draghi, sotto gli occhi degli Stati Uniti, può e deve farsi carico. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Frattini, cosa c’è dietro la recente telefonata di Draghi ad Erdogan? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Credo che Draghi abbia capito l’antico ruolo dell’Italia come pontiere fra Occidente e Turchia. Ricordo quando ero ministro degli Esteri e la Turchia fu ammessa come candidata all’Ue. Insieme agli inglesi creai un gruppo che si chiamava “amici della Turchia”, volevamo evitare che fosse spinta verso Est nelle braccia di Iran, Russia e Cina. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Come andò a finire?</b> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Schröder e Chirac chiusero subito la porta: mai la Turchia nell’Ue. Fu una mossa incauta. Oggi assistiamo a un asse Ankara-Teheran-Mosca che va contro ogni nostro interesse. E pensare che, quando ancora Erdogan era sindaco di Istanbul, lo invitavo insieme al suo partito alle riunioni del Ppe. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Draghi ha fatto anche un severo richiamo sui diritti umani.
</b> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Giusto così. Siamo tutti testimoni delle gravi violazioni in Turchia. Mentre parliamo ci sono migliaia di giornalisti, giudici e oppositori in prigione, condannati spesso con processi sommari. Ma l’Europa e l’Italia si stanno anche rendendo conto che non è suo interesse mantenere un’escalation come nei mesi scorsi, quando abbiamo rischiato il lancio di qualche missile fra Grecia e Turchia. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Al vertice Nato a Bruxelles il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato di “engagement” europeo con la Turchia. Perché questa attenzione degli Stati Uniti? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Hanno capito gli errori commessi in passato. Quello gravissimo dell’amministrazione Trump e del secondo mandato di Obama, con un disimpegno in Medio Oriente che ha lasciato spazi riempiti da Russia e Turchia. Alla loro sfera di influenza l’Occidente ha abbandonato la Libia, l’Egitto. La Siria, dove Erdogan si è fermato a Idlib solo per un’imposizione di Putin. Abbiamo dato vita alla “Troika dell’Est”: Turchia, Russia e Iran. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>La Turchia può ancora stare a pieno titolo nella Nato?
</b>
Piaccia o no, è un partner strategico cui è difficile rinunciare. Certo, alcuni atteggiamenti di Erdogan non sono compatibili con la Nato. Ma sappiamo tutti che ormai i giochi sono fatti: Ankara non restituirà a Mosca i missili S-400. E l’Europa non rinuncerà al controllo turco dei flussi migratori, pagato miliardi di euro. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>In Libia gli interessi di Italia e Turchia convergono? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Anche qui, ormai è troppo tardi. La Turchia ha rivendicato la sua presenza in Libia, dove a suo dire è tornata secoli dopo sulle orme degli ottomani. Ha piazzato migliaia di aerei, mezzi, uomini. Con Ankara si può solo più ragionare in termini di condivisione del potere. E qui mi permetta un’aggiunta. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Prego.</b> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ho letto e apprezzato su <a href="http://Formiche.net">Formiche.net</a> le parole dell’ammiraglio americano James Stavridis, quando dice che l’Italia deve assumere un ruolo di leader nelle operazioni Ue al largo della Libia. Temo tuttavia che questa finestra si sia chiusa anni fa. Obama ha chiesto al governo italiano allora guidato da Letta di fare il suo dovere, non è stato fatto. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Insomma, l’Europa resta spettatrice?</b> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Finora questa è l’immagine che ha dato. Penso all’accordo fra Ankara e Tripoli per l’hub energetico e i corridoi nel Mediterraneo. Con un solo colpo Erdogan ha bypassato tutta l’Europa mediterranea. Eppure la Turchia già è uno snodo energetico, con i gasdotti e gli oleodotti che passano per il Kazakistan, l’Azerbaigian e il Mar Nero. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>L’Italia resta l’ultimo avamposto militare della Nato verso Est prima della Turchia. Anche per questo secondo lei gli Stati Uniti guardano a Roma per una mediazione? </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">
Certamente. Anche se, come già abbiamo visto con l’amministrazione Trump, il ruolo di un altro Paese Nato, la Grecia, è cresciuto enormemente. Oggi tutti guardano al governo di Mitsotakis come perno di stabilità nel Mediterraneo Orientale. È l’unico che può permettersi di tuonare un “altolà” ai turchi. L’investimento, anche politico, degli Stati Uniti sta portando frutto.
Nel suo bilaterale con l’omologo turco, Blinken ha posto l’accento sulla situazione nei Balcani Occidentali e nel Caucaso. Sembra che l’Italia si sia disinteressata alle turbolenze della regione. Un errore?
Nessuno in Europa conosce come l’Italia i Balcani Occidentali. Ma è anche vero che siamo isolati. Nel Caucaso e in Nagorno-Karabakh sono Turchia e Russia a dettare legge. Con una telefonata Putin ed Erdogan hanno imposto un cessate il fuoco dopo lunghi e vani sforzi del gruppo di Minsk guidato dalla Francia. Qui anche gli Stati Uniti stanno commettendo un errore. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Cioè? </b></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Considerare la Russia una potenza decadente, avviata a un inesorabile declino. Forse c’è un fondo di verità. Ma colpirla in questo momento rischia di essere una mossa poco previdente. È stato fatto con Eltsin trent’anni fa, e ne è venuto fuori Vladimir Putin. La storia può ripetersi.</div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-80684727614261442282021-03-23T16:22:00.002+01:002021-03-23T16:25:22.472+01:00UNO SGUARDO SUL CAMPO - INSIEME AL PRESIDENTE FRATTINI (di Fabiana Raciti)<p style="text-align: justify;"><b>UNO SGUARDO SUL CAMPO - INSIEME AL PRESIDENTE FRATTINI (di Fabiana Raciti*)</b></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNKGz4WtSM4e0aepZqR1MLo2p_jdWqzi7vAGE6PPGoYIDwc2zu3stSaJmDoNcThXhxcfcxhtIYjPWp7oG4jdZs-jmkUqo0QwajTRdua0hNiwxV_SZoU9uv5T8NbcU7Dwnm2YVXof1uqFQ/s612/Frattini_intervista.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNKGz4WtSM4e0aepZqR1MLo2p_jdWqzi7vAGE6PPGoYIDwc2zu3stSaJmDoNcThXhxcfcxhtIYjPWp7oG4jdZs-jmkUqo0QwajTRdua0hNiwxV_SZoU9uv5T8NbcU7Dwnm2YVXof1uqFQ/s320/Frattini_intervista.png" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;"><b>D. Presidente, cos’è SIGA e quali sono gli obiettivi che si è prefissata? </b></p><p style="text-align: justify;">R. SIGA è un’Alleanza globale che comprende circa 120 componenti, il cui obiettivo è promuovere una buona governance, fissando a livello sovranazionale dei validi criteri guida per l’integrità dello sport in tutte le sue forme.
Abbiamo costituito e varato il “SIGA Independent Rating and Verification System (SIRVS)”, un meccanismo che valuta l’organizzazione e le modalità di lavoro delle singole strutture e che, assegnando il
“bollino di legalità”, assicura che le loro pratiche siano
conformi ai valori sportivi, nonché alle regole di legalità internazionale. Inoltre, stiamo lavorando ad un modello di regole di condotta che tutti possano sottoscrivere liberamente, nell’organizzare grandi eventi, e lo facciamo pensando alla FIFA World Cup 22 o alla Ryder Cup 2023.
Avremo questi eventi per pensare a delle regole di condotta efficaci. Magari un domani potrebbero essere tradotte in un principio guida e diventare vincolanti. </p><p style="text-align: justify;"><b>D. Considerando le numerose vicende connesse allo sport, a Suo avviso, quali sono le maggiori pratiche che mettono a rischio l’integrità dello sport?</b> </p><p style="text-align: justify;">R. Ma guardi, ci sono fenomeni che riguardano molti ambiti dello sport.
Il primo fra tutti è quello della diffusione transnazionale delle scommesse illecite, successivamente il meccanismo di tracciatura del denaro che ruota intorno allo sport.
La quantità è enorme e la tracciatura è fondamentale. Poi abbiamo un terzo filone, un settore di cui mi occupo da giudice, ed è la criminalità organizzata.
Sono tanti i casi in cui le organizzazioni mafiose si propongono di sponsorizzare piccole iniziative sportive di quartiere, con il solo scopo di ripulire la loro immagine agli occhi dell’opinione pubblica locale, ma quella è solo contaminazione mafiosa...
E poi c’è la classica violenza, che rappresenta il quarto filone. La violenza negli stadi o intorno ad essi. </p><p style="text-align: justify;"><b>D. Non a caso Presidente, si rivolge proprio ad una persona ferita dal mondo del calcio e, recentemente, la rivista Humanities & Social Sciences Communications ha pubblicato una ricerca secondo cui la sportività aumenta quando gli spalti sono vuoti. </b></p><p style="text-align: justify;">
R. Da giudice sportivo e da Presidente del Collegio di Garanzia dello Sport, ho preso decisioni abbastanza rigorose, quando si vedono tifoserie che inneggiano alla violenza, si chiude lo stadio. Purtroppo, la verità è che lo sport è sempre di più oggetto di attenzione di criminali, organizzati e non. E’ diventato un settore attrattivo, in cui gira molto denaro e ci sono tante opportunità. </p><p style="text-align: justify;"><b>D. Guardando ai maggiori canali social, Facebook, Twitter, Instagram ma anche Clubhouse e LinkedIn, quanto ritiene influente la comunicazione per salvaguardare i valori dello sport? </b></p><p style="text-align: justify;">
R. La comunicazione è fondamentale e penetrare nel mondo dei social è assolutamente essenziale. Ma ho notato che vanno sulle reti principalmente le notizie negative e/o le denunce, e quasi mai le positive.
Come Presidente di SIGA ho proposto l’applicazione, al mondo dello sport, di una regola importantissima che abbiamo nel codice antimafia, secondo cui il denaro e gli asset confiscati ai mafiosi vengono reinvestiti per finalità sociale.
Anche nello sport si confisca denaro e sono tanti i beni sottratti ai criminali, così, magari una quota di questi potrebbe essere destinata alla realizzazione di un campo di calcio, da tennis o un piccolo centro sportivo, in un quartiere degradato della città. Di conseguenza, quello che era denaro sporco verrebbe utilizzato per finalità pulite. </p><p style="text-align: justify;"><b>D. Parlando di giovani, recentemente ho avuto il piacere di seguire in diretta lo YOUTH Forum 2021 organizzato da SIGA e so che l’operato dell’Alleanza sia principalmente rivolto ai giovani, futura classe dirigente. Avete mai pensato di collaborare con i giovanissimi delle scuole italiane, al fine di diffondere la cultura dello sport sano?</b> </p><p style="text-align: justify;"> R. SIGA è un’organizzazione internazionale e quindi abbiamo difficoltà a coinvolgere le singole scuole di ogni Paese.
La scelta di dedicare un forum ai giovani nasce dalla volontà di far emergere casi in cui proprio i giovani siano vittime di pratiche di illegalità. Si pensi alle molestie all’interno delle squadre, oppure ai giovani che vengono acquistati direttamente dalle famiglie in Paesi poveri come “promettenti giocatori”, e poi, dietro l’apparenza, rimangono immigrati clandestini fra le vie delle nostre città.
Due principi devono essere instillati nelle giovani generazioni, protezione ed educazione alla legalità. Spiegando loro che quando si gioca in campo, non ci deve essere mai imbroglio, né mai violenza… </p><p style="text-align: justify;"><b>D. Purtroppo in Italia c’è ancora tanto da fare. Io stessa ho notato difficoltà a diffondere il messaggio di non violenza nelle scuole: talvolta è proprio il genitore ad istigare il figlio.</b> </p><p style="text-align: justify;"> R. Questa è la cosa più grave, dimenticare l’essenza dello sport nelle competizioni.
Il genitore invece di dare il buon esempio, troppe volte lo spinge a compiere atti violenti. </p><p style="text-align: justify;"><b>D. In conclusione del nostro incontro, vorrei parlare di come prevenire la violenza insieme alla Polizia di Stato. Avete mai pensato di collaborare con le Forze dell’Ordine, cercando di diffondere un messaggio di non violenza?</b> </p><p style="text-align: justify;">R. In effetti lo facciamo già, SIGA ha sempre coinvolto nei Paesi con cui collaboriamo le autorità di law enforcement.
Riteniamo che l’aspetto della prevenzione e della reazione nei casi di violenza debba necessariamente coinvolgere chi questo servizio lo fa per mestiere.
La Polizia di Stato è molto impegnata su queste vicende e per tali motivi cercheremo di fondare dei programmi di cooperazione gemellata con le autorità di polizia dei singoli Paesi, ai quali abbiamo già iniziato a chiedere quali siano le loro esperienze.
Il Capo della polizia portoghese è venuto ad uno dei nostri incontri impegnandosi a mettere a disposizione un Report sul tema dello sport, chiedendo ai suoi omologhi delle altre forze europee di fare lo stesso.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">*Fabiana Raciti, <i>studentessa della SIOI, Master in Comunicazione e Lobbying nelle Relazioni Internazionali 2021</i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu9MlUReFRXcRKapcRP3aAymeC1XTCNzh_Pii1hVlp9uCtrjzhGHJ5YLsSW2NR3__EsgkIU3FRYC4YBUUcFmHX919VXaXW80uvCqOl_18b22eLvEih18VdorMeRaoSZNk9Hms4QssXzko/s2048/RACITI_INTERVISTA+A+FRATTINI_SIOI_Pagina_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1448" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu9MlUReFRXcRKapcRP3aAymeC1XTCNzh_Pii1hVlp9uCtrjzhGHJ5YLsSW2NR3__EsgkIU3FRYC4YBUUcFmHX919VXaXW80uvCqOl_18b22eLvEih18VdorMeRaoSZNk9Hms4QssXzko/w453-h640/RACITI_INTERVISTA+A+FRATTINI_SIOI_Pagina_1.jpg" width="453" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMDb679AT3KhrY6FpPOX_IOfINvexD-k0ioxoLVeFMSQtYZ2gcCYubA32df3p44X1jB1WZYvRvPLnBGEYyqifPOFW8Pv8vNkFy4Qib_5Jz87hbbHUQn0rPYuMNcyj9WZqsf5duB57DXzQ/s2048/RACITI_INTERVISTA+A+FRATTINI_SIOI_Pagina_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1448" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMDb679AT3KhrY6FpPOX_IOfINvexD-k0ioxoLVeFMSQtYZ2gcCYubA32df3p44X1jB1WZYvRvPLnBGEYyqifPOFW8Pv8vNkFy4Qib_5Jz87hbbHUQn0rPYuMNcyj9WZqsf5duB57DXzQ/w453-h640/RACITI_INTERVISTA+A+FRATTINI_SIOI_Pagina_2.jpg" width="453" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i><br /></i></p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-41626429078271595292021-03-02T12:05:00.006+01:002021-03-02T12:08:54.168+01:00Report Top -10 Risk for Eurasia 2021<p><span style="text-align: justify;"><b>TOP-10 Risks for Eurasia Are Already Coming True in 2021 </b></span></p><p><span style="text-align: justify;"><b><br /></b></span></p><p><span style="text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_fz7-DeG__zD1kVLvJuQ8wp_Fsbo2OzAtYvcnPeTvxb1gV6MxPKnPB9fHEaZK4z2Cb6kKdV_ZOzHxhGztG47PyJZGf3_BbPtT8woRVzP18k7LfYmEI42R5u99c3HdHjLMb1VvOX0dewU/s405/pf8y181-removebg-preview-crop-u134519.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><img border="0" data-original-height="273" data-original-width="405" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_fz7-DeG__zD1kVLvJuQ8wp_Fsbo2OzAtYvcnPeTvxb1gV6MxPKnPB9fHEaZK4z2Cb6kKdV_ZOzHxhGztG47PyJZGf3_BbPtT8woRVzP18k7LfYmEI42R5u99c3HdHjLMb1VvOX0dewU/w321-h217/pf8y181-removebg-preview-crop-u134519.png" width="321" /></div></span></div><span style="text-align: justify;"><br /></span></div><span style="text-align: justify;"><br /><b><br /></b></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">Astana Club, one of the most esteemed geopolitical forums for Europe and Asia, announces the latest edition of the international rating “TOP-10 Risks for Eurasia in 2021”. </span></p><p style="text-align: jsutify;"><span style="text-align: justify;">The rating is developed by the Institute of World Economics and Politics (IWEP), comprising over 40 international experts and 1,200 professional respondents from 75 countries in Eurasia.
The COVID-19 pandemic remains the key element to accelerate the risks in 2021 and affects recovery, social stability, digital and climate threats and the escalation of confrontations between key geopolitical players. </span></p><p style="text-align: jsutify;"><span style="text-align: justify;">A brief rundown of the TOP-10 risks is presented below: </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">1. THE PANDEMIC 2.0
Given the absence of effective international cooperation mechanisms to combat the infection and the constant mutation of the virus, the pandemic threatens to continue throughout 2021, possibly longer. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">2. RECOVERY UNDER THREAT The pandemic, collapse of economic activity, geopolitical and social instability and the debt crisis of emerging markets are key factors that threaten the shaky recovery of the world economy. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">3. US-CHINA COLD WAR
The US and China have crossed practically all “red lines” during the pandemic; this confrontation will transform into full scale systemic conflict in 2021. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">4. CRISIS AROUND IRAN
Growing tensions around Iran may trigger a large-scale military confrontation, thus dealing a crushing blow to the international energy market. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">5. DECOUPLING
Decoupling of the West and China will not only continue under the new US administration but will gain a dangerous new dynamic in 2021.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">6. DISSOLUTION OF THE NUCLEAR NON-PROLIFERATION REGIME
The erosion of key nuclear treaties and institutions along with outstripping developments in military technologies threaten to initiate a new nuclear arms race. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">7. EXPLODING SOCIAL PROTESTS
Political systems in many countries will come under unprecedented pressure as the economic and social impact of COVID-19 mounts. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">8. GLOBAL CYBER CRISIS
The absence of uniform rules in the digital domain opens the road to massive cyber-attacks, which may become the catalyst for a global-level crisis. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">9. DIGITAL TOTALITARIANISM Total digitalization, accelerated by the pandemic, offers unprecedented opportunities to control personal data and political censure, creating the risk of a new type of totalitarianism. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">10. FAILURE OF DECARBONISATION
In 2021, the world will be concerned with recovering </span><span style="text-align: justify;">economic growth, meaning plans to decarbonize and reduce CO2 emissions will be pushed to one side, especially in developing countries. </span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>
Rating of TOP-10 risks for Eurasia in 2020 is an analytical project aimed at evaluating major threats for Eurasian macroregion. </b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b></div><div style="text-align: justify;"><b>The full report is available at: <a href="https://eurasiarisks2021.astanaclub.kz/#risks">https://eurasiarisks2021.astanaclub.kz/#risks</a></b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> </div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-82671716005395211662021-02-08T16:57:00.001+01:002021-02-08T16:57:16.575+01:00Libia, Frattini a Nova: "L'Onu ha commesso gravi errori, i veri vincitori sono Turchia e Russia"<p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5mocWV8fkcdjkGk0kCCh1Y9v4mndxqi3swcI0l-cpDNH26k90EQCz_nxh5stdjKt1hgNzHQZrL2qp1GxGwx3d_xaHaROg4vJrs0C9BSHA5HQ6ftVQBeb1snv3B4hu85J2tm02Ff_0msk/s768/3286980_frattini-sioi-a-nova-spingere-la-russia-verso-la-cina-sarebbe-una-sconfitta-per-l-europa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5mocWV8fkcdjkGk0kCCh1Y9v4mndxqi3swcI0l-cpDNH26k90EQCz_nxh5stdjKt1hgNzHQZrL2qp1GxGwx3d_xaHaROg4vJrs0C9BSHA5HQ6ftVQBeb1snv3B4hu85J2tm02Ff_0msk/s320/3286980_frattini-sioi-a-nova-spingere-la-russia-verso-la-cina-sarebbe-una-sconfitta-per-l-europa.jpg" width="320" /></a></p>Roma, 08 feb <a href="https://www.agenzianova.com/primopiano/1601/libia-frattini-a-nova-l-onu-ha-commesso-gravi-errori-i-veri-vincitori-sono-turchia-e-russia" target="_blank">Agenzia Nova</a><p></p><p style="text-align: justify;">La Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) e l’inviata Onu ad interim uscente, la statunitense Stephanie Williams, hanno commesso “errori marchiani” nel processo che a Ginevra ha portato alla nascita di una nuova autorità transitoria del Paese nordafricano, favorendo in tal modo Turchia e Russia. Lo ha detto ad “Agenzia Nova”<b> Franco Frattini,</b> presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), già ministro degli Affari esteri e vicepresidente della Commissione europea. </p><p style="text-align: justify;">“Io credo che ci siano stati degli errori importanti nella preparazione di questa prima tornata di voto e poi nei ballottaggi che hanno portato all’elezione del presidente ad interim e del premier ad interim”, ha detto Frattini, in riferimento alla lista guidata dall'imprenditore misuratino Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh e dall’ambasciatore Mohammed al Manfi, eletti rispettivamente premier e presidente “ad interim” fino alle elezioni che dovrebbero tenersi il prossimo 24 dicembre. </p><p style="text-align: justify;"> “Il primo errore è stato quello di spingere in modo eccessivo, da parte della rappresentante dell’Onu che poi ha lasciato l’incarico, per un ticket capeggiato dal presidente del parlamento (Aguila Saleh) con il ministro dell’Interno uscente (Fathi Bashagha)”, ha detto Frattini. “Spingere molto su questo ticket da un lato ha scoraggiato altre figure che avrebbero potuto aver delle chance, ho in mente il vicepremier (Ahmed) Matieeq e il ministro della Difesa uscente (Salah al Din al Namrush), cioè personaggi autorevoli e forti che evidentemente si sono sfilati. Questo ha determinato che il voto alla fine sia stato un voto contro il ticket, non un voto a favore. Ecco il perché della sorpresa del risultato. Evidentemente, rispetto ad una percepita ingerenza o forzatura, non si è capito che i libici hanno delle reazioni molto prevedibili: la reazione in questo caso è votare contro, senza riflettere su alcune conseguenze di questo voto”, ha aggiunto l’ex titolare della Farnesina. </p><p style="text-align: justify;">La prima conseguenza degli errori dell’Onu, secondo Frattini, è lo sbilanciamento del nuovo esecutivo verso l’Islam politico. “Si tratta di due personalità (dell'imprenditore misuratino Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh e dell’ambasciatore Mohammed al Manfi) che hanno, diciamo così, tendenze islamiste. Il premier ad interim, in più, è un businessman che ha vissuto in giro per il mondo con forti richiami con la Russia. I veri vincitori sono proprio i due Stati mentori e protettori: da un lato la Fratellanza musulmana, quindi la Turchia, dall’altro la Russia, che avendo un rapporto con il premier ad interim manterrà sicuramene una leva sulla Libia”, ha osservato ancora il presidente della Sioi, evidenziando come Ankara e Mosca possano dirsi sodisfatte da questo risultato. Quanto al generale Khalifa Haftar, il generale della Cirenaica che ha tentato il golpe a Tripoli nell’aprile del 2019 sena riuscirci, “senza che gli altri se ne accorgessero, egli è rientrato in gioco perché ha fatto l’accordo con Maiteeq per sbloccare l’estrazione del petrolio, compiendo un gesto tra virgolette da ‘uomo di Stato’, e, seconda cosa, ha fatto fuori il suo più pericoloso rivale, cioè il presente Saleh che guida il parlamento della Cirenaica, e che quindi gravava nella sua medesima area di influenza. Queste sono situazioni su cui non si è riflettuto prima”. </p><p style="text-align: justify;">Secondo Frattini, ora paradossalmente, le elezioni potrebbero svolgersi davvero nei tempi previsti quindi il 24 dicembre, nel simbolico giorno del 70esimo anniversario dell’indipendenza della Libia. “C’è la clausola che chi farà parte di questo nuovo governo non si potrà poi candidare. Io credo che questo esecutivo sarà composto da personalità secondarie, dal momento che quelli per così dire ‘forti’ avranno tutto l’interesse a che le elezioni si facciano. I membri di questo governo che nascerà nei prossimi giorni non potranno che essere personalità di secondo piano”, ha evidenziato ancora l’ex vicepresidente dell’esecutivo comunitario. “Riuscirà questo nuovo ipotetico governo a mantenere una situazione di stabilità e di sicurezza nel Paese? Le influenze egiziane ed emiratine saranno sicuramente negative. Il tentativo a cui il premier uscente al Sarraj lavorava, cioè di tenere un comune equilibrio tra Turchia e Russia e stabilizzare temporaneamente il Paese (con personalità gradite sia ad Ankara che a Mosca), potrebbe essere compromesso con un governo espressione di forze islamiste. Nella squadra che si formerà bisognerà compensare più posizioni. Ci sono molti elementi di dubbio - ha aggiunto Frattini - in questa partita. Ma il dato più forte di tutti è che non si è capita la lezione degli ultimi dieci anni: se i libici li spingi con forza a fare una cosa, non è assolutamente detto che la facciano, anzi è probabile che accadrà il contrario”. </p><p style="text-align: justify;">Quanto a un’eventuale invio di osservatori per monitorare la tregua in Libia, ipotesi su cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è recentemente espresso a favore, Frattini ha lanciato un appello alla prudenza. "Una missione di osservatori adesso significherebbe mandare un drappello di uomini nudi in mezzo a milizie super-armate e a contingenti turchi e russi che sono li per una politica di reciproco contenimento. L'unica cosa che (Mosca e Ankara) non vogliono è avere osservatori che vanno a ficcare il naso nella distribuzione di armi e uomini. Se la missione va li a non far nulla, è solo pericoloso e non vedo cosa dovrebbe osservare; se va in Libia con la pretesa di essere arbitro nella gestione di un confine molto labile, sicuramente è necessario che tale missione sia ben voluta da Russia e Turchia. E questo, francamente, per ora non lo vedo", ha concluso il presidente della Sioi. © Agenzia Nova -</p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-13374330368693278232021-01-21T16:57:00.004+01:002021-01-21T16:57:44.903+01:00Franco Frattini a sostegno dell'iniziativa del Partito Radicale per il riconoscimento del Diritto alla Conoscenza<div><b>Giovedì 21 gennaio 2021</b></div><div><br /></div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirs0k0MIPtuhyphenhyphenKFIOKkwO5bGj0-QbXIVtzQVtko0JehlARQAZ-MAZMejS4oT4-qyWSga-XLAMzLL-FB0mSOFX5AAX4KwhgwdsKchJkkGklxfhauliGbER5Jgm_yrmj60_mh77HDxDTqd0/s400/FrancoFrattini_diritto+allaconoscenza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="400" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirs0k0MIPtuhyphenhyphenKFIOKkwO5bGj0-QbXIVtzQVtko0JehlARQAZ-MAZMejS4oT4-qyWSga-XLAMzLL-FB0mSOFX5AAX4KwhgwdsKchJkkGklxfhauliGbER5Jgm_yrmj60_mh77HDxDTqd0/w277-h156/FrancoFrattini_diritto+allaconoscenza.jpg" width="277" /></a></div><div><br /></div>Dichiarazione di <b>Franco Frattini,</b> Presidente della <b>SIOI,</b> a sostegno dell'iniziativa del Partito Radicale per il riconoscimento del Diritto alla Conoscenza"<p><a href="https://www.radioradicale.it/scheda/626843/dichiarazione-di-franco-frattini-a-sostegno-delliniziativa-del-partito-radicale-per-il">https://www.radioradicale.it/scheda/626843/dichiarazione-di-franco-frattini-a-sostegno-delliniziativa-del-partito-radicale-per-il</a></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="355" src="//www.radioradicale.it/scheda/626843/iframe" width="560"></iframe></p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-75908956819721934252021-01-18T10:18:00.005+01:002021-01-18T10:18:58.906+01:00Italia chiama Artico. Artico la nuova frontiera (?) ne parla Franco Frattini al festival organizzato dall'Osservatorio Artico<p><br /></p><p><br /></p><h2 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #282828; font-family: Poppins; font-size: 28px; letter-spacing: -0.022em; line-height: 1.1; margin: 1.5rem 0px 0.5rem; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Il Festival di <a href="https://www.osservatorioartico.it/italia-chiama-artico/" target="_blank">Osservatorio Artico</a></h2><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #282828; font-family: Lato; font-size: 15px; line-height: 1.7; margin: 0px 0px 1.25rem; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Il 2020 è stato certamente un anno duro e complesso per tutti. Eppure, proprio grazie a una maggiore apertura sulle modalità di comunicazione online, Osservatorio Artico è cresciuto sotto tutti i punti di vista, creando nuove partnership e ricevendo numerosi nuovi collaboratori e collaboratrici.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #282828; font-family: Lato; font-size: 15px; line-height: 1.7; margin: 0px 0px 1.25rem; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Per meglio raccontare il tema artico – ancora molto distante dal palcoscenico di interesse della politica internazionale italiana – abbiamo voluto creare “Italia chiama Artico”, il primo festival online della rivista.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ9L3m35QFfXmp-ohhjUm6otZTWXRAzY6Qqx8gtLMvwKihoL-KxMDsNbyodPnz95akSDsAyNvjtmN4mrMDll5eIz48e9qTR0pX4Et3GYSDAyaCeHsy_ZVWpX9MjqGfCA26BO6UY7BnXCQ/s1000/Locandina-Linkedin11.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ9L3m35QFfXmp-ohhjUm6otZTWXRAzY6Qqx8gtLMvwKihoL-KxMDsNbyodPnz95akSDsAyNvjtmN4mrMDll5eIz48e9qTR0pX4Et3GYSDAyaCeHsy_ZVWpX9MjqGfCA26BO6UY7BnXCQ/s320/Locandina-Linkedin11.png" width="320" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><ul style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; clear: both; color: #282828; font-family: Lato; font-size: 15px; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0px 0px 1.25em; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><li style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px 0px 0.5rem 1.25em; outline: 0px; padding: 0px; position: relative; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: 700; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">16 gennaio h 18.00 "Artico, la nuova frontiera (?)</span>“<br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" /><br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" />Ospiti:<br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" /><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: 700; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" />Lucio Caracciolo</span>, <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Direttore</em>, <a href="https://www.limesonline.com/" rel="noreferrer noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #89c3e5; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; transition: all 0.25s ease 0s; vertical-align: baseline;" target="_blank">Limes, Rivista Italiana di Geopolitica</a><br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" /><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: 700; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Franco Frattini</span>, <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Presidente</em>, <a href="https://www.sioi.org/chi-siamo/il-presidente/" rel="noreferrer noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #89c3e5; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; transition: all 0.25s ease 0s; vertical-align: baseline;" target="_blank">SIOI</a><br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; text-rendering: optimizelegibility;" /><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: 700; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Federico Petroni,</span> <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;">Analista</em>, <a href="https://www.osservatorioartico.it/category/il-punto-di-federico-petroni/" rel="noreferrer noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #89c3e5; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; transition: all 0.25s ease 0s; vertical-align: baseline;" target="_blank">Osservatorio Artico</a> / <a href="https://www.limesonline.com/" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #89c3e5; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility; transition: all 0.25s ease 0s; vertical-align: baseline;">Limes, Rivista Italiana di Geopolitica</a></li><li></li></ul><p><br /></p>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/OJHT6TlGaWI" width="560"></iframe>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-20119610934570936092020-12-01T17:05:00.002+01:002020-12-01T17:05:38.893+01:00SECURING SPORT 2020 Virtual Edition: Speaker Franco Frattini - The Integrity of Sport: Achievements, Existing Gaps and Future Perspectives<p style="text-align: center;"><b> <span style="font-family: Roboto; font-size: 21px;">SECURING SPORT 2020 Virtual Edition</span></b></p><h3 class="gdlr-styled-box-title" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 29px; line-height: 1.3; margin: 0px 0px 18px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">‘Building Resilience in an Ever-Changing World’</h3><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkPeKo_bljTUce5OOPWK8yrkyDbzy6FVufKq4s1t0FcejdMhXT-mkcx-r1M2vE-Sf5ZhyphenhyphenpPHYraKlmu0LcjSwk0yrONkrmQPZj5UNQ0Zw-vc8rLxsIRgq1tbCsSyogsFVfIAhAFW0KA_4/s1024/PHOTO-2020-12-01-14-06-00.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkPeKo_bljTUce5OOPWK8yrkyDbzy6FVufKq4s1t0FcejdMhXT-mkcx-r1M2vE-Sf5ZhyphenhyphenpPHYraKlmu0LcjSwk0yrONkrmQPZj5UNQ0Zw-vc8rLxsIRgq1tbCsSyogsFVfIAhAFW0KA_4/w292-h219/PHOTO-2020-12-01-14-06-00.jpg" width="292" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>The <a href="http://theicss.org/securing-sport/" target="_blank">ICSS</a> will convene its flagship conference <b>Securing Sport from 01 – 04 December 2020</b>, in a virtual event format under the theme ‘Building Resilience in an Ever-Changing World’. Securing Sport is an international and multisectoral conference, which was conceived to serve as a platform for discussions about the changes, challenges and threats to sport and the opportunities sport can generate in the socio-economic context. The latest editions were hosted by the Lancaster House in London and the Council on Foreign Relations in New York.<p></p><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">By bringing together all ICSS partners and allies, Securing Sport gives inspiration to the ICSS regarding the general work objectives and future endeavors in safeguarding sport as a common good for humankind.</p><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">As an open-ended platform, Securing Sport unites international and national decision-makers, eminent experts and gives a voice to stakeholders across sectors with the aim of inspiring collective action and identifying solutions to enhance the safety, security and integrity of sport, while protecting its societal values.</p><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">In a series of digital events – Policy Dialogues, Expert Debates and Youth Interventions hosted by the ICSS initiative Save the Dream – set against a virtual stage backdrop, the panels will analyse some of the most pressing current challenges facing the world of sport and address global challenges, international approaches and ways to further strengthen multisectoral cooperation.</p><br /><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">More info:<a href="http://theicss.org/wp-content/uploads/2020/11/Securing-Sport-2020-Virtual-Edition-web-agenda_2.pdf"> http://theicss.org/wp-content/uploads/2020/11/Securing-Sport-2020-Virtual-Edition-web-agenda_2.pdf</a></p><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><br /></p><p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px rgb(201, 201, 201); font-family: Roboto; font-size: 14px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><br /></p>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-9901852481396895852020-11-05T12:23:00.004+01:002020-11-05T12:53:37.098+01:00Frattini (Sioi) a Nova: per contrastare la minaccia del terrorismo la parola chiave è "cooperazione"<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Frattini (Sioi) a Nova: per contrastare la minaccia del terrorismo la parola chiave è "cooperazione"</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Roma 4 novembre 2020</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghZFfBRcEes6De03uYvF6jzdU7pdAGDbnN9gIQqEQWb4utrQCDHamEshLcnU44sR7FBO-X8Vrb0kwoFohT9t00vRlmoPJKPJ5sAMhjyXNtKOyLlKu-QOQTuT8jtUE8Ne273P8c5OFx5jU/s1153/3173006_frattini-sioi-a-nova-per-contrastare-la-minaccia-del-terrorismo-la-parola-chiave-e-cooperazione.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="653" data-original-width="1153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghZFfBRcEes6De03uYvF6jzdU7pdAGDbnN9gIQqEQWb4utrQCDHamEshLcnU44sR7FBO-X8Vrb0kwoFohT9t00vRlmoPJKPJ5sAMhjyXNtKOyLlKu-QOQTuT8jtUE8Ne273P8c5OFx5jU/s320/3173006_frattini-sioi-a-nova-per-contrastare-la-minaccia-del-terrorismo-la-parola-chiave-e-cooperazione.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per contrastare il terrorismo la parola chiave è “cooperazione”. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” il presidente della Sioi, Franco Frattini, interpellato sui recenti attacchi avvenuti in Francia e Austria. “Sicuramente era molto tempo che anche a livello internazionale dagli scambi informativi si segnalava un livello di attenzione necessaria, nessuno poteva immaginare che le organizzazioni jihadiste avrebbero abbandonato i loro propositi. Per questo motivo è sorprendente come non si sia fatto di più, per esempio in termini di scambio di informazioni e tracciamento dei movimenti”, ha detto Frattini. L’ex ministro degli Esteri ha ricordato che, oltre ai casi più recenti che vedono coinvolti in questi attacchi individui residenti nei paesi colpiti, permane anche il pericolo dei foreign fighter. “I Balcani sono un’area da cui provengono numerosi foreign fighter. Molti sono stati arrestati o uccisi in Iraq e in Siria, e alcune importanti operazioni antiterrorismo italiane hanno segnalato terroristi provenienti da paesi dell’area, come il Kosovo, la Bosnia-Erzegovina o l’Albania: purtroppo si tratta di una regione che è un serbatoio di reclutamento”, ha detto Frattini.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nel caso specifico dell’attacco a Vienna, in cui l’attentatore coinvolto aveva la doppia cittadinanza austriaco-nord macedone, secondo il presidente della Sioi “c’era una possibilità di fare di più. Alle autorità austriache è sfuggito il ‘falso’ rientro nella legalità di questo giovane che aveva intrapreso un percorso di de-radicalizzazione. Queste situazioni avvengono in tutti i Paesi, ma questo percorso deve essere vagliato nella sua sincerità: in questo caso, probabilmente a causa della sua giovane età, le autorità gli hanno creduto, ma si trattava solo di un espediente per tornare in libertà”. Secondo l’ex ministro i fatti di Vienna mostrano due aspetti specifici: “L’area balcanica deve restare di speciale attenzione, vista la vicinanza. Sono caucasici, hanno molta meno difficoltà logistica rispetto a un tunisino, un algerino o un sudanese a raggiungere i nostri Paesi, e ciò li rende più pericolosi. In più vivendo spesso in Stati candidati all’adesione all’Ue e alla Nato sono persone che sanno capire meglio noi europei”, ha detto Frattini. Il secondo aspetto, secondo il presidente della Sioi, è che “molto di più va fatto in merito ai percorsi di de-radicalizzazione che nelle carceri sono attivi da molti nella convinzione, che ritengo giusta, di tentare questo approccio volto a reintegrare queste persone nelle rispettive società. Ogni caso è a sé stante, ma certamente l’impegno degli psicologi penitenziari e delle magistrature di sorveglianza deve essere ancora più forte e costante”.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La nota dolente, secondo Frattini, è proprio quella relativa alla cooperazione internazionale in termini di scambi e informazioni sugli spostamenti di queste persone. “Noi sperimentammo come italiani l’uccisione del terrorista del mercatino di Berlino a Sesto San Giovanni grazie a un controllo di polizia: quest’uomo aveva girato per mezza Europa, ma nessun servizio aveva comunicato che stava per entrare in Italia. Questo si poteva evitare”, ha detto Frattini, prendendo come esempio anche l’episodio più recente dell’attacco a Nizza, in cui l’attentatore tunisino era sbarcato a Lampedusa con un gruppo di migranti e avrebbe dovuto essere espulso. “Anche in questo caso è mancato un coordinamento forte sul tracciamento di queste persone, tra coloro che arrivano sui barconi carichi di disperati possono essere anche sospetti jihadisti e questo ce lo confermano i nostri servizi. Il tracciamento quando ci sono delle evidenze deve essere forte. Abbiamo scoperto, anche in questo caso molto tardi, che una di queste persone si era trattenuta in Sicilia per giorni, magari pianificando l’operazione compiuta poi in Francia. Bisogna rafforzare l’aspetto della prevenzione su cui i nostri servizi sono un’eccellenza mondiale”, ha aggiunto il presidente della Sioi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il tema del terrorismo richiama quello dello “scontro di civiltà”, ma secondo Frattini in questi casi sarebbe più giusto parlare di “scontro di potere”. “Lo scontro esiste all’interno della stessa dottrina coranica, fra coloro che ritengono che i messaggi del Profeta contengano degli inviti a uccidere gli infedeli e quelli che, come Ahmed al Fayed, il presidente di Al Azhar – il principale centro di formazione sunnita – sostengono che è blasfemia uccidere in nome di Dio”, ha spiegato Frattini. “Le debolezze sono inevitabili come obiettivi del terrorismo, si insinua dove c’è debolezza: pensiamo agli attentati del Bataclan a Parigi, seguiti da Bruxelles; e io da commissario Ue alla Sicurezza ho vissuto quelli di Londra del 2005: quanto più si finge di ignorare che il jihadismo esiste anche nel cuore dell’Occidente, tanto più il rischio aumenta. Le debolezze ci sono in molti Paesi e sono storiche: la gelosia nel condividere le informazioni; la riluttanza a consegnare un sospetto terrorista sono problemi concreti. Quando c’è un mandato di cattura europeo è giusto che la persona in questione venga consegnata senza indugi”, ha aggiunto Frattini.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il presidente della Sioi ha ricordato anche quando propose “l’introduzione dello Schengen Information System II, una banca dati fra le polizie Ue incentrata su chi entra e chi esce dallo spazio Schengen. Sono passati dieci anni e purtroppo ancora ci sono riluttanze, gelosie, e magari si pensa che le informazioni sensibili possano trapelare sui giornali. Purtroppo, in alcuni casi, queste cose sono avvenute, ma ciò non giustifica questa difficoltà a una collaborazione più aperta. Più collabori e più elimini le debolezze”. Infine un passaggio sull’Italia. “In casa nostra i terroristi che venivano arrestati raccontavano che usavano l’Italia come base logistica ma non per colpire sul nostro territorio ma altrove e questo confermò che per quanto riguarda l’Italia il livello di prevenzione è buono. Tuttavia i casi più recenti ci mostrano livelli più bassi nell’operato d’intelligence: dobbiamo ricordare che quando una persona arriva sul suolo italiano, arriva in Europa e se manca un tracciamento questo terrorista può capitare che arrivi in Francia e colpisca quel Paese”, ha detto Frattini, che si è detto comunque “molto contento dell’attività nazionale di prevenzione, ma meno soddisfatto di quella svolta a livello europeo”. (Les)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"> © <a href="https://www.agenzianova.com/a/5fa2d923849358.87757169/3173006/2020-11-04/frattini-sioi-a-nova-per-contrastare-la-minaccia-del-terrorismo-la-parola-chiave-e-cooperazione" target="_blank">Agenzia Nova - Riproduzione riservata</a></div><div><br /></div></div>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-42613196698818539262020-06-04T10:08:00.001+02:002020-06-04T10:08:29.967+02:00Libia: Frattini a “Nova”, dialogo esponenti militari dovrà essere seguito da maggiore impegno Usa e Italia<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxXp58K_TZPuiUd4xR-LE3RDIGT6gxJMxT4AMj13L5myKVaSmNxz_Zvmx7Fy9bGdKu_kUi2-cNIfbOcgZLDLe1YlyMIspUdU9EOt8sRRUlZeV-p88fgwWMnaApfkk9kl6uGxOSb0UOTOU/s1600/27230137359_3e9eed6f5f_c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="799" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxXp58K_TZPuiUd4xR-LE3RDIGT6gxJMxT4AMj13L5myKVaSmNxz_Zvmx7Fy9bGdKu_kUi2-cNIfbOcgZLDLe1YlyMIspUdU9EOt8sRRUlZeV-p88fgwWMnaApfkk9kl6uGxOSb0UOTOU/s400/27230137359_3e9eed6f5f_c.jpg" width="400" /></a></div>
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;"><br /></i>
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;"><br /></i>
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;"><br /></i>
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;">Roma, 03 giu 18:10 - (Agenzia Nova)</i><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> - Il possibile ritorno al dialogo tra gli esponenti militari delle parti in conflitto in Libia, mediati dalle Nazioni Unite, rappresenta un “ultimo tentativo” da parte della rappresentanza delle Nazioni Unite in Libia per trovare una soluzione al conflitto, ma dovrà essere seguito da una scossa più forte e profonda con un impegno statunitense per una mediazione con la Turchia e anche da un passo avanti dell'Italia che potrebbe avviare colloqui con la Russia. Lo ha dichiarato ad “Agenzia Nova”, Franco Frattini, presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), già ministro degli Esteri italiano e vicepresidente della Commissione europea, commentando l’annuncio fatto ieri dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) di un possibile incontro della Commissione militare libica, formata da cinque ufficiali militari di entrambe le parti in conflitto – Governo di accordo nazionale (Gna) ed Esercito nazionale libico (Lna) - a Ginevra. Giudicando positivamente l’eventuale incontro, Frattini ha sottolineato la necessità che il dialogo tra forze militari sia “in buona fede” perché se le due parti pensano di poter “monetizzare la rendita di terreno che hanno conquistato combattendo nessuno accetterà di dare all’altro il vantaggio di prendere tempo in modo che si possa consolidare e rafforzare”. Per l’ex ministro degli Esteri “se le forze militari si impegnano a sedersi intorno a un tavolo l’aspetto più importante è che discutano senza pensare ai paesi che li difendono”. “Il mio auspicio – ha aggiunto - è che le autorità militari che si incontreranno pensino a una soluzione di cessate il fuoco solido come pre-condizione per un dialogo politico”.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;" /><br style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Per Frattini, per il futuro successo di un dialogo politico sarà importante un maggiore impegno degli Stati Uniti, che purtroppo finora hanno guardato alla crisi libica solamente per contestare la presenza russa in Cirenaica, commettendo a detta dell’ex ministro degli Esteri “un grave errore”. Infatti, secondo il presidente della Sioi, Russia e Turchia non hanno intenzione di combattersi sul campo, limitandosi a schermaglie. “I russi sono sufficientemente pragmatici per mettersi d’accordo con Erdogan come avvenuto nella crisi in Siria a Idlib”, ha osservato Frattini citando l’accordo tra Ankara e Mosca per evitare un’escalation militare nella provincia nord-occidentale siriana ancora in parte controllata dai ribelli siriani appoggiati dalla Turchia. Per Frattini, Washington dovrebbe avviare un colloquio con Ankara, che è un paese Nato, per fare pressioni sulla Russia. In questo contesto, Frattini sostiene che l’Italia potrebbe avere un ruolo, “parlando con la Russia con cui ha un ottimo rapporto”. In caso contrario, per l’ex ministro degli Esteri, l’Italia non verrebbe più considerata a causa di un rapporto con le due le parti in conflitto che di fatto viene percepito in modo sospetto da entrambe le parti. In merito al dialogo politico, finora l’unico tentativo importante è stato quello avviato dal presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, il quale ha riconosciuto l’errore del generale Khalifa Haftar di autoproclamarsi rais del paese. “Questo è un tentativo che consiglierei alle parti, ovvero di andare a guardare nella sostanza. Se tutti continuano ad arroccarsi sul sostegno esterno è chiaro che nessuna proposta futura prenderà il volo e l’unica possibilità è che la Libia consolidi due o tre sfere di influenza – Cirenaica, Tripolitania e forse Fezzan – in modo da arrivare a quella che alcuni, pure con onestà, hanno paventato: una confederazione che nei fatti sarebbe una partizione della Libia”. (Res)</span><br />
<div class="news-copyright" style="background-color: white; display: inline; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;">
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Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-59134506230437386972020-06-04T09:54:00.000+02:002020-06-04T10:06:28.163+02:00Libia, parla Frattini: "Russia e Turchia si spartiscono le zone d'influenza, Italia tagliata fuori"<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqiBLxuh2666crTVrzRq8emfsVrc87B6-jUD76dPPCEHrq6KaKHTt9Btj1JD7dmJA6MU0isP39uqYZQQEESh8KZEjcTASOCQ3NUqasWm59_6-pR_XDhJDtHPvLYivnnaU0ZkC1KZySO8M/s1600/2961177_libia-parla-frattini-russia-e-turchia-si-spartiscono-le-zone-d-influenza-italia-tagliata-fuori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqiBLxuh2666crTVrzRq8emfsVrc87B6-jUD76dPPCEHrq6KaKHTt9Btj1JD7dmJA6MU0isP39uqYZQQEESh8KZEjcTASOCQ3NUqasWm59_6-pR_XDhJDtHPvLYivnnaU0ZkC1KZySO8M/s400/2961177_libia-parla-frattini-russia-e-turchia-si-spartiscono-le-zone-d-influenza-italia-tagliata-fuori.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; margin: 0px; padding: 0px;">Roma, 30 mag 12:35 - (Agenzia Nova) - </i>Una confederazione della Libia vorrebbe dire partizione, ovvero uno scenario “drammatico” per l’Italia, mentre lo status quo “conviene a tutti tranne che a noi”. Lo afferma ad “Agenzia Nova” Franco Frattini, presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), già ministro degli Esteri italiano e vicepresidente della Commissione europea. Frattini ha commentato l’appello all’Italia lanciato dal leader del Blocco federale in Libia, Ali al Hashemi, che parlando a “Nova” aveva invitato l’Italia a sostenere una soluzione politica basata su un sistema federale suddiviso nelle tre regioni storiche: Cirenaica (est), Tripolitania (ovest) e Fezzan (sud). “L’ipotesi che alcuni chiamano federazione sarebbe inevitabilmente una divisione. Nella storia della Libia, le tre regioni Tripolitania, Fezzan e Cirenaica si sono sempre sentite diversissime le une dalle altre: è difficile immaginare che i berberi e i tuareg del deserto possano prendere ordini da Tripoli da Tobruk. La Libia è una, basata su una struttura tribale, con le milizie che controllano ampie porzioni di territorio. Più che una confederazione, la chiamerei una partizione della Libia e questo per l’Italia, è evidente, sarebbe un’ipotesi drammatica”, afferma Frattini, sottolineando come una confederazione/partizione vorrebbe dire consolidare le sfere d’influenza.</span><br />
<br style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;" />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">“Oggi abbiamo la Tripolitania con i turchi e i qatarini, mentre in Cirenaica ci sono i russi che addirittura hanno recentemente mandato degli aerei da combattimento, Egitto, Emirati Arabi Uniti e ovviamente alla spalle l’Arabia Saudita”, spiega ancora l’ex titolare della Farnesina. Quanto al Fezzan, regione ricca di petrolio, oro e terre rare, un’eventuale divisione “vedrebbe prontissimi Emirati e paesi del Golfo”. L’Italia, in altre parole, vedrebbe un paese alleato Nato, la Turchia, e uno Stato con cui ha rapporti storici, la Russia, in una situazione di status quo in Libia. “E’ chiaro – prosegue Frattini - che quando un paese come la Turchia diventa mentore del governo di Tripoli non c’è spazio per nessun altro. Non c’è spazio per l’Europa, e lo abbiamo già visto, né per l’Italia. Con la Russia noi abbiamo rapporti importanti, malgrado l’Italia abbia purtroppo condiviso la politica delle sanzioni, ma in Cirenaica abbiamo storicamente meno rapporti”. L’Italia, in altre parole, “verrebbe di fatto tagliata fuori”.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Un discorso a parte merita l’Eni, l’unica compagnia straniera che ha continuato a operare nel paese dalla rivoluzione del 2011. “Sono convinto che non verrebbe tagliata fuori dalla mattina alla sera, perché Eni ha una radicatissima presenza con pozzi offshore e inshore, nonché la centrale elettrica che fornisce elettricità a Tripoli”, spiega ancora Frattini. L’Italia, tuttavia, rischia di perdere peso geostrategico. “La missione europea Irini, difficile da lanciare e modesta come obiettivi, è criticatissima da Tripoli. Il ministro dell’Interno della Libia (Fathi Bashaga, ndr) mi ha personalmente detto che Irini è stata creata per favorire la Russia, perché intercetterebbe qualche nave che porta le armi dalla Turchia, e le porta davvero, ma non fa assolutamente nulla per tutti gli assetti militari che arrivano da terra o dal cielo dall’Egitto, dagli Emirati e dalla Russia. C’è una critica frontale a una missione che comanda l’Italia e questa non è la mia opinione, ma quella dell’attuale ministro dell’Interno della Libia”, aggiunge il presidente della Sioi.</span><br />
<br style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;" />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Malgrado l’auspicio di Ali al Hashemi che il governo di Roma possa intervenire per favorire una negoziazione, Frattini ritiene che in questa fase l’Italia non abbia “la forza sufficiente per metter intorno a un tavolo turchi e russi e dire che anzitutto serve un cessate il fuoco”. Tuttavia, Frattini invita a prendere sul serio il tentativo del presidente del parlamento libico, Agiula Saleh, di avviare una riconciliazione. Il politico libico ha recentemente proposto un “road map” in otto punti secondo cui ciascuna delle tre regioni della Libia (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan) dovrebbe scegliere un suo rappresentante in un nuovo Consiglio presidenziale “ristretto”, il quale dovrebbe poi nominare un primo ministro e i suoi vice che rappresentano le tre regioni, per poi formare un governo da presentare alla Camera dei rappresentanti per ottenere la fiducia. “Se c’è una proposta da guardare io guarderei a quella del presidente del parlamento libico”, spiega Frattini. “Ho degli elementi – aggiunge - che mi fanno dire che ad esempio i sauditi e gli emiratini non escluderebbe questa ipotesi da approfondire, ma anzi la ascolterebbero”.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Il problema, secondo l’ex ministro degli Esteri, è che né Governo di accordo nazionale (Gna), né l’Esercito nazionale libico (Lna) sembrano contare sull’appoggio di Roma. “L’Italia è vista con sospetto perché prima guarda a uno, poi all’altro, poi guarda di nuovo al primo. Nessuna delle parti in Libia ritiene che l’Italia sia schierata, ma in quei paesi se non ti schieri non sei affidabile”. Turchia e Russia, da parte loro, hanno schierato le truppe sul campo. E l’Italia? “Alla conferenza di Palermo – aggiunge l’ex vicepresidente della Commissione europea - il vicepresidente della Turchia se ne andò sbattendo la porta perché ci eravamo permessi di invitare pure Haftar al tavolo dei colloqui. Questa cosa non sarebbe mai accaduta a Mosca. Putin e Erdogan hanno comunque un’alleanza: i due si parlano, anche se sul terreno si minacciano, e come hanno fatto nel nord della Siria possono trovare un accordo”.</span><br />
<br style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify;" />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">L’Europa, a giudizio dell’ex ministro degli Esteri italiano, è “inesistente”. L’Italia, che pur comanda la missione Irini, “non è considerata un broker in grado di riunire i contendenti”. Ciononostante, il governo di Roma dovrebbe impegnarsi per dire a Russia e Turchia di prendere in considerazione le proposte sul tavolo, come quella del presidente del parlamento. “Funzionerà il piano di Saleh? Non lo so, ma l’esito dello status quo, e lo dico con un po’ di brutalità, conviene a tutti tranne che a noi. Conviene alla Russia, perché consolida la presenza in Cirenaica dove ci sono petrolio, vie comunicazioni importanti sul Mediterraneo, e dove sta creando una terza base dopo Egitto e Siria. L’Egitto consolida i confini, ed è altrettanto felice. La Turchia ritorna dove gli italiani l’avevano cacciata tanti anni fa, prendendo il controllo del Mediterraneo centrale”, conclude Frattini. (Asc)</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13.2px; text-align: justify;">© </span><a href="https://www.agenzianova.com/image/2934033/2020-05-12/torna-nel-mediterraneo-la-politica-delle-potenze" style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #0645ad; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13.2px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;" target="_blank">Agenzia Nova </a><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13.2px; text-align: justify;">- Riproduzione riservata</span>Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-12600314624147352492020-05-13T15:52:00.000+02:002020-05-13T15:52:11.152+02:00Mediterraneo: si riaccende lo scontro per la Libia e le rotte del gas <div style="text-align: justify;">
<b>Mediterraneo: si riaccende lo scontro per la Libia e le rotte del gas </b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX4l9dkO-NtVe122JWaD_cxvp-a1S0IN-vVDOIaW1w0e9yjxYJn5ED8Swn4TJiN4H9xE6chgtOxyqLMEWa98sB0F5tqlc-XqA7gPBylkX9ba9TIuuseBv8FT2R5omaaaznhNdZDeCR5fE/s1600/IMG_8481.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX4l9dkO-NtVe122JWaD_cxvp-a1S0IN-vVDOIaW1w0e9yjxYJn5ED8Swn4TJiN4H9xE6chgtOxyqLMEWa98sB0F5tqlc-XqA7gPBylkX9ba9TIuuseBv8FT2R5omaaaznhNdZDeCR5fE/s320/IMG_8481.JPG" width="320" /></a></div>
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Roma, 12 mag 17:20 - (Agenzia Nova) - Grecia, Cipro, Egitto, Francia ed Emirati condannano la politica espansionistica della Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan che segna una nuova escalation nel Mediterraneo Orientale, con l'Italia in una posizione defilata, ma potenzialmente decisiva. Attraverso un comunicato congiunto, i ministri degli Esteri di questi cinque paesi hanno denunciato le "attività illegali turche in corso" nella zona economica esclusiva (Zee) di Cipro e nelle sue acque territoriali e “gli interventi turchi in Libia”. </div>
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“Agenzia Nova” ha parlato dell'argomento con l’ex ministro degli Esteri italiano e presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), <b>Franco Frattini</b>, e con<b> Leonardo Bellod</b>i, esperto rapporti internazionali e advisor della Libyan Investment Authority (Lia), il fondo sovrano libico.</div>
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“Non è la prima volta che l’Italia è riluttante a schierarsi con i paesi che hanno fortemente criticato Ankara”, afferma Frattini. Il riferimento è alla decisione del titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, di non firmare il comunicato finale adottato lo scorso gennaio al Cairo, dove pure il capo della diplomazia italiana era in visita ufficiale, al termine di una riunione con i colleghi di Egitto, Francia, Grecia e Cipro sulle ingerenze militari della Turchia in Libia. </div>
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“Questo gruppo di paesi attacca spesso e fortemente la Turchia essenzialmente per due ragioni. La prima è il sostegno della Turchia al Governo libico di accordo nazionale di Fayez al Sarraj, in contrasto rispetto al generale Khalifa Haftar che invece è apertamente sostenuto da egiziani ed emiratini”, aggiunge il presidente della Sioi e membro del Consiglio di Stato. La seconda ragione, invece, è la partita energetica nel Mediterraneo Orientale che coinvolge soprattutto Cipro e Grecia. “Firmando il recente accordo con Tripoli, Erdogan ha creato un corridoio energetico che lega la Libia di Sarraj ad Ankara, rafforzando il ruolo della Turchia di vero e proprio hub energetico”, afferma ancora l’ex titolare della Farnesina. </div>
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La maggior parte delle rotte energetiche che vengono dalla Russia e dell’Azerbaigian passano in effetti per la Turchia, incluso ad esempio il gasdotto transadriatico (Tap) - che dovrebbe approdare in Puglia a breve - e il progetto Turkish Stream. “Tutte le rotte energetiche che attraverso il Mar Nero vanno verso occidente - aggiunge Frattini - vedono la Turchia come regista, facendosi pagare diritti sul transito non indifferenti. Ora la Turchia pretende che le zone offshore al largo di Cipro siano sfruttabili a sua discrezione. Ricordo che abbiamo pagato anche un prezzo molto elevato quando una nave italiana per le esplorazioni di Saipem fu circondata da navi da guerra turche mentre stava legittimamente esplorando una concessione offshore: noi siamo amici dei turchi, ma i turchi non si fanno scrupolo”. </div>
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Alle spalle di questi cinque paesi, aggiunge il presidente della Sioi, “c’è anche la Russia che ovviamente è molto interessata a sostenere Haftar, anche se Haftar negli ultimi tempi ha sbagliato quasi tutto”.
Quanto all’Italia, Frattini sottolinea come ci sia un altro aspetto, finora rimasto sottotraccia, che ha spinto il governo a non schierarsi con il “club” anti-Turchia. “L’Italia ha sempre giocato una partita di sponda con tutte e due le parti. In Libia abbiamo sempre sostenuto Sarraj, ma tutti ricorderanno che poco tempo fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricevuto a Palazzo Chigi Haftar addirittura prima di Sarraj, che è il primo ministro riconosciuto dall’Onu”, ricorda ancora Frattini. Quello “sgarbo”, peraltro, portò il capo del governo di Tripoli ad annullare una visita a Roma in quello stesso giorno. “L’Italia ha sempre ragionevolmente tenuto i rapporti con gli uni e con gli altri perché il problema più grande di tutti per l’Italia è una divisione della Libia in due. Questo status quo cristallizza da un alto questo gruppo di cinque paesi, più la Russia, mentre dall’altra parte c’è la Turchia e il terzo punto di cui nessuno ha parlato: il Qatar, il grande alleato arabo di Ankara sostegno di Sarraj”. </div>
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“Possiamo immaginare che l’Italia potesse dare un pugno nell’occhio alla Turchia, alleata del Qatar, il giorno dopo che la Turchia ha dichiarato di aver liberato Silvia Romano, e poi di averla ceduta ai nostri, dopo che l’accordo per la liberazione era stato firmato in Qatar?”, si chiede Frattini, sottolineando come Qatar e Turchia siano i “registi” della liberazione della cooperante italiana. “Poi l’Italia ha pagato dei soldi su cui i magistrati competenti dovranno indagare, ma la questione geopolitica è chiarissima: è impensabile che l’Italia, all’indomani della liberazione della Romano esplicitamente comunicata alla stampa dai turchi con la mediazione di Doha, potesse unirsi al coro di condanne”, afferma ancora l’ex vicepresidente della Commissione europea. “Ecco dunque la spiegazione. Non c’è la questione energetica, su cui pure l’Italia è vittima; non c’è solo la questione libica, dove l’Italia comprensibilmente cerca di evitare una spaccatura irreversibile e parla con tutti. L’immediatezza dell’incontro ha reso assolutamente impossibile per l’Italia partecipare”, aggiunge Frattini, spiegando come il governo abbia fatto valere in questo contesto “un legittimo interesse di Stato”.
Ciononostante, prosegue Frattini, “il comportamento della Turchia è stato in più occasioni contrario agli interessi di una leale collaborazione di un paese come l’Italia che invece è stato sempre amico della Turchia: credo che siamo tuttora i secondi partner commerciali tra i paesi europei”. La Turchia, malgrado i rapporti consolidati con l’Italia, “non guarda in faccia a nessuno” come del resto fanno gli altri cinque paesi firmatari della dichiarazione. “Degli egiziani e degli emiratini sapevamo già, paradossalmente la loro posizione è sempre stata chiara. I francesi, invece, dopo le dichiarazioni europee di sostegno comune al premier Sarraj, hanno poi confermato di lavorare da molto tempo con Haftar.</div>
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La cosa non mi turba: non siamo stati esclusi da un club prestigioso, ma da un gruppo di paesi che hanno interessi in comune”, aggiunge Frattini. A differenza di Francia, Egitto, Emirati, Cipro e Grecia, l’Italia “ha interesse alla riconciliazione in Libia, e non alla vittoria dell’uno sull’altro”.
Per Leonardo Bellodi, il diritto internazionale è dalla parte dei paesi del comunicato anti-turco. “La violazione della Turchia è evidente, basti pensare che Cipro Nord è riconosciuta unicamente da Ankara, ma il tema è un altro e riguarda l’enforcement di questa dichiarazione: cosa faranno gli Stati firmatari, cosa farà l’Unione europea nel momento in cui potrebbero esserci azioni di forza da parte della Turchia? Non dimentichiamo che quella è una frontiera dell’Unione europea. </div>
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Cosa farà l’Ue, al di là delle dichiarazioni politiche, per affermare il diritto internazionale e la sovranità internazionale a fronte di queste ingerenze?”, si è chiesto Bellodi. Non è tutto. L’esperto ha nettamente bocciato il memorandum d’intesa sulla delimitazione dei confini marittimi firmato da Ankara e il Governo di accordo nazionale (Gna) della Libia. “Non tiene minimamente in considerazione le istanze degli altri paesi. Taglia in due il progetto East-Med, è una prova di forza che non trova giustificazione dal punto di vista economico né giuridico: la vedo come una provocazione politica inutile”.
Quanto al ruolo dell’Italia, Bellodi indica due possibilità, una positiva e l’altra estremamente negativa. “La prima è che l’Italia stia portando avanti un discorso di ‘real politik’, da paese profondamente coinvolto in quell’area, non prendendo posizione e acquisendo un margine negoziale”, ha detto Bellodi. Il governo italiano, in altre parole, si sarebbe defilato per divenire “lo strumento per arrivare a una risoluzione della controversia”. Si tratterebbe dunque di una scelta consapevole, studiata a tavolino, per accrescere la leva negoziale dell’Italia in un’area dove ha forti interessi. “La seconda ipotesi è che l’Italia non abbia preso posizione semplicemente perché non è interessata al quadrante o comunque non ci sta pensando. Spero vivamente che ci troviamo nella prima delle ipotesi”, ha detto ancora il manager. (Asc) © <a href="https://www.agenzianova.com/image/2934033/2020-05-12/torna-nel-mediterraneo-la-politica-delle-potenze" target="_blank">Agenzia Nova </a>- Riproduzione riservata
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Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-19504748485234200132020-04-08T13:26:00.000+02:002020-04-08T13:26:45.188+02:00Come armonizzare comunicazione e compliance. I consigli di Frattini<div style="text-align: center;">
<b>Come armonizzare comunicazione e compliance. I consigli di Frattini</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO_NHdlq8S06n_2DdE8ClaJpjH-9T5uXjX4ruv47PWC7N48EUzEt54zYD45uShJedMvPBMqHY0D-obDCMXn2ETa63ozYTp4cWpy1QHvrvhcwt8axmmdWpZBxq6aypihOgjYwGroKlWyuM/s1600/immagine+articolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="950" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO_NHdlq8S06n_2DdE8ClaJpjH-9T5uXjX4ruv47PWC7N48EUzEt54zYD45uShJedMvPBMqHY0D-obDCMXn2ETa63ozYTp4cWpy1QHvrvhcwt8axmmdWpZBxq6aypihOgjYwGroKlWyuM/s320/immagine+articolo.jpg" width="320" /></a></div>
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Pubblichiamo la prefazione al volume edito da The Skill Press dal titolo "Manuale su Trasparenza e Anticorruzione. La rivoluzione della Comunicazione trasparente", di Andrea Camaiora, scritto con i contributi di Antonio Bana, Edoardo Belli Contarini, Elisabetta Busuito, Carlotta Campeis, Cosimo Pacciolla </div>
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Sviluppare forme di comunicazione coerenti con la compliance richiamata in modo sempre più stringente dal legislatore sia nel settore privato che in quello pubblico è l’obiettivo principale che si prefigge questo volume. L’esperienza ci dice che organizzazioni più pulite, oneste e trasparenti rimuovono anzitutto al loro interno gli spazi di opacità perché è in un ambiente segnato da scarsa trasparenza e intricate procedure che trovano terreno fertile sia odiati fenomeni corruttivi sia casi di gravissime inefficienze e inadempienze nei confronti dell’incolpevole cittadino. </div>
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Portare ordine e chiarezza, in una parola trasparenza, all’interno della macchina statale vuol dire quindi risolvere due ordini diversi di problematiche, una legata al rispetto della legalità, l’altra alle risposte che la società ha il diritto di ricevere dalle amministrazioni pubbliche. </div>
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Ho colto con estremo piacere dunque l’invito a firmare la prefazione a questa pubblicazione, perché ne condivido scopo e presupposti: l’intenzione del manuale scritto da un comunicatore e da cinque avvocati, Andrea Camaiora, Antonio Bana, Elisabetta Busuito, Edoardo Belli Contarini, Carlotta Campeis e Cosimo Pacciolla, è proprio fornire agli operatori del settore riferimenti, modelli, buone pratiche che sostanziano quella che Camaiora chiama “Comunicazione trasparente” e che riflette in gran parte le intuizioni raccolte nella direttiva 74/2002. </div>
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Tra i meriti di questo libro c’è infatti sicuramente aver riscoperto questa direttiva, emanata dal ministero della Funzione Pubblica durante gli anni della mia guida del dicastero, specificamente rivolta all’attività di comunicazione delle pubbliche amministrazioni. Il testo voleva essere un’importante quanto fondamentale tappa di un progressivo disboscamento delle ampie fronde della burocrazia statale, un’opera di riordino che non può prescindere da un uso del linguaggio esperto, misurato, sapiente, efficiente ed efficace, ma anzitutto comprensibile.
Ormai 18 anni fa, per tentare di penetrare più a fondo la cortina che circondava le pubbliche amministrazioni, inventammo anche il progetto Chiaro!, finalizzato ad offrire agli uffici tutti gli strumenti utili per implementare flussi comunicativi e utilizzo delle parole negli atti e nei documenti, interni ed esterni. Era il tentativo di rifondare il linguaggio amministrativo, in linea con gli altri grandi Paesi occidentali. </div>
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Da questa visione nacque quella direttiva, dunque, che per la prima volta elencò vere e proprie regole di comunicazione e di struttura giuridica: regole di scrittura del testo pratiche e concrete, non più semplici indicazioni e raccomandazioni. Il ministero della Funzione Pubblica volle in questo modo dare attuazione a quanto già espresso in una legge, la n. 150 del 2000, predisponendo così un’opera di semplificazione e chiarificazione dei protocolli comunicativi in uso presso le pubbliche amministrazioni e che si inserisce nel solco di altre innovazioni legislative nel campo della PA di cui vado orgoglioso.
Obiettivo dichiarato di queste iniziative è sviluppare le relazioni tra i cittadini e istituzioni, potenziando e armonizzando i flussi comunicativi interni ed esterni alle PA: è del resto un diritto riconosciuto quello ad una efficace azione comunicativa dell’amministrazione. </div>
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A partire dalla l. 150/2000 e poi dalla direttiva n. 74 del 2002 si inizia a parlare finalmente di comunicazione pubblica non come qualcosa di superfluo, di un vezzo, ma come di un tassello fondamentale al pari dei dipartimenti di relazioni esterne nelle imprese private.
Grazie alle linee guida offerte dalla normativa e dalla direttiva in questione, le pubbliche amministrazioni possono quindi puntare a implementare la propria visibilità e la propria immagine. Il testo della 74/2002 si inseriva nel solco di una serie di riforme: dal federalismo fiscale alla semplificazione della PA.
Con il combinato disposto della direttiva e delle altre leggi che influenzano il settore si sarebbe sviluppata una coerente politica di comunicazione integrata su tutti i livelli, sia nei confronti dei cittadini che nei confronti delle imprese. Come già scrivevo nella premessa della direttiva, questa “si propone di contribuire al perseguimento, da parte delle pubbliche amministrazioni, di alcune finalità” tra le quali spiccano la “gestione professionale e sistematica dei rapporti con tutti gli organi di informazione”, la “realizzazione di un sistema di flussi di comunicazione interna incentrato sull’intenso utilizzo di tecnologie informatiche e banche dati” e “l’ottimizzazione, attraverso la pianificazione e il monitoraggio delle attività di informazione e comunicazione, dell’impiego delle risorse finanziarie”. Nel testo si stabilisce anche che “la formazione, oltre ad avere il compito di professionalizzare le risorse umane, dovrà essere la leva primaria per rendere omogeneo il livello di preparazione e la capacità del personale impegnato nella comunicazione pubblica”.
Scopi della direttiva furono quindi quelli di garantire trasparenza nell’informazione della PA, pubblicizzando atti, documentazioni e processi utili, col vantaggio di ottimizzare l’efficienza e l’efficacia del servizio reso alla cittadinanza. </div>
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La semplificazione dei linguaggi amministrativi, la “Comunicazione trasparente”, pilastri di compliance che vanno incontro a una rivoluzione nel modo di intendere e attuare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione. Una rivoluzione però ancora difficile da raggiungere pienamente. L’intero sistema è affetto da un morbo cronico che distorce il linguaggio stesso, producendo un idioma parallelo al nostro, fatto di inutili giri di parole, vocaboli complessi, formalismi superflui. Se le neolingue – avvocatese, burocratese, tecnichese – continuano a sopravvivere è perché negli uffici di tutta Italia si continuano a copiare schemi e modelli sempre uguali, anche negli errori o nelle ipertrofie linguistiche, con l’erronea convinzione che la complessità del testo sia essa stessa condizione necessaria e sufficiente per conferirgli validità. Nulla di più sbagliato. </div>
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Una amministrazione pubblica a misura di cittadino sarà possibile solo quando i modelli e le strategie comunicative delle istituzioni verranno adeguati alle esigenze di un mondo ormai velocissimo, di un mercato estremamente dinamico, di una società in continua fibrillazione. Perciò è e sarà sempre più importante fornire una formazione di qualità a tutti gli operatori, programmando inoltre ruoli specializzati e collaborazioni con professionisti qualificati.</div>
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<b><a href="https://formiche.net/2020/04/comunicazione-compliance-frattini/" target="_blank">Pubblicato su Formiche</a></b></div>
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7 aprile 2020</div>
Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-26586397275975418002020-04-06T11:44:00.000+02:002020-04-06T11:44:41.678+02:00Papa Francesco: 'I valori dello sport per rilanciare lo sviluppo"<div style="text-align: justify;">
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<b>Papa Francesco: 'I valori dello sport per rilanciare lo sviluppo" </b></div>
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<b>Il n.1 del Coni Malagò scrive per l'Ansa: "Orgogliosi delle sue parole</b>"
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF7hTIi2GOI6JIKnX16_JaDEISNbWs_UwtnMuZR-Tua1cJ72Y56ZF8BEikf5mGqxAq60tgZeHpV9zRPeCY46Hqh2rc1MINgdih_eNNNpH1n3gzPIHY8mdReyHyV05CNjODUX-4Gl6WIyo/s1600/papafrancesco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="457" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF7hTIi2GOI6JIKnX16_JaDEISNbWs_UwtnMuZR-Tua1cJ72Y56ZF8BEikf5mGqxAq60tgZeHpV9zRPeCY46Hqh2rc1MINgdih_eNNNpH1n3gzPIHY8mdReyHyV05CNjODUX-4Gl6WIyo/s320/papafrancesco.jpg" width="320" /></a></div>
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Nello strano Angelus della domenica delle Palme, senza pellegrini, nella Basilica di San Pietro vuota causa coronavirus <b>Papa Francesco</b> ha pregato per lo sport, chiedendone il rilancio. Il Pontefice lo ha fatto alla vigilia della giornata mondiale che si celebra il 6 aprile, appunto, e il suo messaggio irrompe nel silenzio di una domenica, l'ennesima ormai, senza calcio, senza alcuno sport giocato.<br />
<br />
"Lunedì 6 aprile ricorre la Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite" ha esordito il Pontefice. "In questo periodo, tante manifestazioni sono sospese, ma vengono fuori i frutti migliori dello sport - le parole di Francesco -: la resistenza, lo spirito di squadra, la fratellanza, il dare il meglio di sé. Dunque, rilanciamo lo sport per la pace e lo sviluppo".<br />
<br />
Un messaggio di grande speranza che guarda al futuro anche attraverso la ripresa delle attività sportive, per le quali il Papa ha sempre mostrato grande ammirazione e sostegno. Le sue parole sono state infatti accolte con grande soddisfazione dal presidente del Coni, <b>Giovanni Malagò</b> che ha scritto per l'ANSA il suo pensiero. "Le parole di Papa Francesco riempiono di orgoglio e di gioia lo sport e gli sportivi tutti - scrive Malagò -. Per il nostro mondo sono un segnale di grande vicinanza che, per la verità, Sua Santità non ci ha mai fatto mancare, ma che oggi, in un periodo così difficile per tutti noi, risuona con maggiore eclatanza e rispettosa gratitudine".<br />
<br />
La giornata mondiale si festeggia il 6 aprile perché nella stessa data nel 1986 "presero il via ad Atene i primi Giochi Olimpici dell'era moderna. Il 6 aprile è la nostra festa" ricorda Malagò. E le parole del Pontefice "rappresentano una simbolica benedizione verso la grande famiglia dello sport che anche da questo messaggio dovrà trarre quella forza d'animo necessaria ad affrontare e a superare le difficoltà di questi giorni attraverso appunto quelle caratteristiche che sono insite nella natura dei veri sportivi: resistenza, spirito di squadra e fratellanza. Soltanto se saremo uniti, potremo vincere questa battaglia. Grazie Papa Francesco per questo appello che il mondo dello sport non potrà esimersi dall'osservare con scrupolosa dedizione".<br />
<br />
<a href="https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2020/04/05/papa-francesco-i-valori-dello-sport-per-rilanciare-lo-sviluppo_257c0c3e-a577-406f-9757-167ac36e3caa.html" target="_blank">Fonte Ansa</a></div>
Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-10857660805704383172020-04-04T14:53:00.004+02:002020-04-04T14:53:59.287+02:00Su Mosca no a speculazioni. Così Frattini parla di russofobia, Cina e Nato<div style="text-align: justify;">
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<b>Su Mosca no a speculazioni. Così Frattini parla di russofobia, Cina e Nato
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLYLo-I_c-tcm-KDJKTNchfLj2usPFG0b6wPelN9M3akSj610xRN3VMG4Z7bcZl3C1tItZqh4eDuSu1btBCLjGwrTM9ImjBKEG7bTvoT37g1kBkb7QzGs3J4muQDI3s_S1BXl1Q79xX4g/s1600/frattini_sioi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="950" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLYLo-I_c-tcm-KDJKTNchfLj2usPFG0b6wPelN9M3akSj610xRN3VMG4Z7bcZl3C1tItZqh4eDuSu1btBCLjGwrTM9ImjBKEG7bTvoT37g1kBkb7QzGs3J4muQDI3s_S1BXl1Q79xX4g/s320/frattini_sioi.jpg" width="320" /></a></div>
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Intervista con l’ex ministro Franco Frattini: "La libertà di stampa non si tocca ma non è tempo di paranoie russofobiche. La Nato è essenziale soprattutto sulla frontiera Sud. La vera minaccia resta la Cina"</div>
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Gli aiuti russi? Dimostrano la generosità di un Paese da sempre amico dell’Italia e non c’è da fare alcuna speculazione né da eccitare paranoie russofobe. Lo spiega a <a href="https://formiche.net/2020/04/frattini-aiuti-russi/" target="_blank">Formiche.net </a><b>Franco Frattini,</b> due volte ministro degli Esteri (una durante la guerra di Bush in Iraq), ex commissario europeo, oggi presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi) e presidente di sezione del Consiglio di Stato. </div>
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<b>Che aiuti sono arrivati dalla Russia contro la pandemia di coronavirus?</b> </div>
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Sono aiuti generosi di un Paese che con l’Italia ha mantenuto sempre, anche nei momenti più difficili, eccellenti rapporti. Evidentemente, di fronte alla prima fase dell’emergenza in cui i partner europei quasi ridevano di noi la Russia ha avuto buon gioco a dimostrare una solidarietà più concreta. E non a caso anche gli americani poi si sono affrettati a inviare aiuti. È quindi un’azione in primo luogo giusta e concreta, in secondo luogo, dalla prospettiva del presidente Vladimir Putin, una scelta scaltra: ha dimostrato agli altri Paesi come si possa fare qualcosa di molto concreto in tempi anche molto rapidi. </div>
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<b>È stata una scommessa politica la sua? </b></div>
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Di fronte a gesti davvero poco commendevoli come quelli dei Paesi che hanno bloccato gli aiuti destinati all’Italia, la Russia ha giocato la sua partita: ha dimostrato di essere amica dell’Italia. Non farei nessuna altra speculazione. Tant’è vero che poi Putin e il presidente statunitense Donald Trump si sono sentiti e hanno raggiunto un’intesa per l’acquisto di aiuti russi da parte degli Stati Uniti. Il che dimostra che ci sono cose rispetto a cui le solite speculazioni di principio sono sbagliate.<br />
<br />
<b>Qual è la sua valutazione della risposta dei ministeri di Esteri e Difesa alle parole del portavoce della Difesa russa contro La Stampa? </b><br />
È una dichiarazione ragionevole, il governo non si può mettere in mezzo tra un quotidiano nazionale e il portavoce di un ministero straniero. Hanno fatto bene Esteri e Difesa a richiamare un principio generale che la libertà di stampa.<br />
<br />
<b>C’è un però, come ha detto anche lei. Gli Stati Uniti hanno acquistato materiale dalla Russia, in Italia invece abbiamo assistito a qualcosa di molto vicino a parate militari. </b><br />
Abbiamo visto strumenti che servivano ad aiutare come medici e macchinari. Francamente non penso proprio che ci sia da eccitare la paranoia dei russi che sbarcano con la scusa del coronavirus. Sono veramente delle cose campate in aria. E qualche giorno fa alla ministeriale della Nato, il nostro governo ha deciso di guardare ai fatti grazie anche a un’intelligence capace di fare distinzione tra gli aiuti sinceri e quelli non. E finora non mi sembra sia uscito fuori qualcosa.
Su Mosca no a speculazioni. Così Frattini parla di russofobia, Cina e Nato<br />
<br />
<b>Questi aiuti russi hanno un costo politico? La rimozione delle sanzioni?</b><br />
Penso che le sanzioni siano un errore gravissimo, la mia posizione è nota. Ma devono essere rimosse dopo un dibattito politico e una decisione unanime a livello europeo. Non credo però sia questo l’obiettivo. Penso, al contrario, sia un’ulteriore conferma del fatto che in un mondo assai meno sicuro che in passato, partner come la Russia non vadano visti con sospetto. Serve, invece, impegnarli in azioni comuni. In un mondo che ha visto crollare la globalizzazione a causa del virus, ci mettiamo anche a fare le Guerre fredde?<br />
<br />
<b>Dovremmo ripensare la Nato?</b><br />
La Nato, che è il nostro strumento di sicurezza collettiva, deve fare molto di più sul fronte della politica di prevenzione e per la stabilità del Medio Oriente. E deve rafforzare quegli strumenti di azione rapida per le emergenze non tradizionali come queste.<br />
<br />
<b>E il rapporto con la Russia?</b><br />
La Nato non ha cancellato quello strumento che creammo nel 2002, cioè il consiglio Nato-Russia. Non si è più riunito dopo i fatti dell’Ucraina ma esiste ancora. Riaprire un dialogo su temi strategici è assolutamente necessario. Anche perché la Nato stessa ha tutti gli strumenti per individuare eventuali comportamenti ostili per alcuni membri come la Polonia per esempio. La Russia deve essere assolutamente coinvolta sulla Siria e sulla Libia. E su quest’ultimo tema è fondamentale, non fosse altro perché sostiene il generale Khalifa Haftar e le sue forze, che ora si trovano in posizione di forza, mentre noi stiamo cercando una conciliazione nazionale tra le due parti.<br />
<b><br /></b>
<b>Quanto, invece, agli aiuti cinesi: possiamo fidarci?</b>
La Cina è certamente più problematica della Russia visto che ha ormai una vocazione da prima potenza mondiale: vuole superare gli Stati Uniti, non ci riuscirà, ma ha ambizioni da numero uno. Risponde a logiche espansionistiche e ha nel mirino un’area dove ci sono interessi occidentali molto forti ben più ampia di quella su cui la Russia tenta di mantenere la sua influenza e in cui comunque la Nato è presente. Invece, se pensiamo a Paesi come il Vietnam, l’India, il Giappone, la Corea del Sud vediamo che c’è un’enorme fetta di mondo su cui la Cina ha messo gli occhi.<br />
<br />
<b>E la Via della seta?</b><br />
Non è gratis nemmeno quella. È un progetto politico di presenza e di influenza, non è un progetto economico per regalare infrastrutture all’Occidente. Per questo guarderei alla Cina con molta più attenzione rispetto a quanto si fa con la Russia, come mi sembra che anche la Nato stia facendo.<br />
<br />
<br />
<i>Intervista di Gabriele Carrer </i><br />
<i>4 aprile 2020</i></div>
Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-3488630871689573732020-03-30T16:56:00.006+02:002020-03-30T16:57:55.957+02:00Coronavirus -Frattini a Sky tg24: Da Ue né unità né coordinamento<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTAlQxoYPSGX5PbiJdjOmcwSqNNJMVxf_OJ8SWDtXPOoq4Iyx9RJn74bhu_ROwRwi12OBBWTzZpzuFA35ugIirgMW67DiSOiLywddiKz0l57nrg0fTNxnB-RyNiteY3UlSqVO0aeL9LhQ/s1600/IMG_8112.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1130" data-original-width="1600" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTAlQxoYPSGX5PbiJdjOmcwSqNNJMVxf_OJ8SWDtXPOoq4Iyx9RJn74bhu_ROwRwi12OBBWTzZpzuFA35ugIirgMW67DiSOiLywddiKz0l57nrg0fTNxnB-RyNiteY3UlSqVO0aeL9LhQ/s320/IMG_8112.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>Coronavirus: Franco Frattini interviene a Sky tg 24 </b><br />
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<span style="color: #0000ee; text-decoration-line: underline;"><b>Intervista</b>: <a href="http://qlnk.io/ql/5e81b084e4b0404b2ea347fb">http://qlnk.io/ql/5e81b084e4b0404b2ea347fb</a></span><br />
<span style="color: #0000ee; text-decoration-line: underline;"><br /></span>
<a href="https://tg24.sky.it/cronaca/2020/03/29/coronavirus-italia-ultime-notizie.html">https://tg24.sky.it/cronaca/2020/03/29/coronavirus-italia-ultime-notizie.html</a><br />
<h2 style="backface-visibility: hidden; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: SkyText, sans-serif; font-size: 1.25em; font-weight: 500; line-height: 1.3; margin: 0px; outline-color: rgb(167, 34, 46); padding: 0px;">
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Roma, 29 marzo 2020</div>
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Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-48140830773124296322020-03-30T16:32:00.000+02:002020-03-30T16:32:21.468+02:00Coronavirus: Frattini a "Il Tempo" l'Europa ci sta prendendo in giro<b>Coronavirus: Frattini a "Il Tempo" l'Europa ci sta prendendo in giro</b><br />
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"È clamoroso che in questa fase così delicata il presidente della Commissione Europea, forse per la prima volta nella storia, prenda una posizione di parte per il suo Paese su una materia che non doveva essere nelle mani della Commissione". Franco Frattini, già Ministro degli Esteri con Silvio Berlusconi, parla a "Il Tempo" e non fa sconti a Ursula von der Leyen dopo l'improvvisa uscita sui 'coronabond' che sarebbero solo 'uno slogan' e non uno strumento allo studio delle istituzioni continentali. Le parole della von der Leyen pesano. "Lei dice che la Germania ha i suoi satelliti che hanno ragioni per dire no ai Coronabond, dice che la Commissione preparerà cose diverse perché quello è uno slogan, facendo una cosa grave perché mai un Presidente di Commissione parteggia in questa maniera prima che si sia presa la decisione ufficiale. Anche perché i capi di governo non avevano incaricato lei, avevano incaricato l'Eurogruppo di prendere l'iniziativa e fare una proposta nei prossimi 15 giorni". "Quindi - continua - una doppia, grave violazione rispetto a quelli che sono i tradizionali confini in cui si deve muovere la Commissione Europea, una sulla sostanza e una sull'aver sbagliato addirittura la forma. Le reazioni che ci sono state credo siano perfettamente sintetizzabili non nelle parole che i politici italiani magari possono avere di sostegno delle azioni di governo, ma nelle parole del più grande presidente di Commissione Europea tuttora vivente, il presidente Delors, che è un signore di 94 anni che da lungo e lungo tempo taceva e che si è sentito in dovere di uscire con un comunicato ufficiale dicendo che se viene meno la solidarietà europea è un pericolo mortale per l'Europa. Detto da Jaques Delors, che è quello che ha creato i passaggi politici più importanti nella storia degli ultimi 40 anni della Commissione Europea, è molto significativo". </div>
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Secondo Frattini "la Commissione Europea non solo crea sconcerto nei 14 Paesi che chiedono solidarietà europea, ma lo fa senza nemmeno ricordare che soltanto pochi giorni fa era stata decisa una procedura diversa". Queste due settimane di stallo rischiano di essere una perdita di tempo insostenibile in un momento di grave emergenza sanitaria. "Ho partecipato a centinaia di vertici internazionali, quando non c'è un accordo e si sa già che l'accordo non ci sarà, si propone o di fare una commissione tecnica o di rivedersi tra 15 giorni. Qui hanno fatto di meglio, hanno affidato l'incarico ai ministri delle Finanze. È mai pensabile che questi smentiscano i loro capi? Quando i capi di governo hanno appena detto che non c'era accordo è mai pensabile che i ministri che dipendono dai capi di governo diranno tra 15 giorni una cosa diversa? Quindi è stato il gesto furbesco di Germania e satelliti della Germania. Una cosa che io ritengo scandalosa è che uno di questi signori che dovrebbero decidere tra 15 giorni, il ministro delle Finanze dell'Olanda, ha pensato bene di cogliere l'occasione di proporre un'inchiesta sui Paesi del sud dell'Europa, perché non hanno risparmiato quando potevano". "Tirare fuori una cosa del genere - aggiunge - da parte di uno di quelli che dovrebbe, secondo il mandato ricevuto, trovare una soluzione è una cosa che si commenta da sola. E stata una decisione del tutto furbesca, sapendo tutti perfettamente che tra 15 giorni non accadrà nulla. Anzi, saranno 15 giorni perduti e purtroppo il virus non si ferma".
Anche all'interno del governo italiano ci sono due linee, con Conte più duro e Gualtieri più accomodante nei confronti dell'Europa. "Dopo le parole che ho sentito l'altra sera del Presidente della Repubblica, dopo che Conte ha detto che magari che se questi continuano noi facciamo da soli, credo che la linea sia quella. Non so se Gualtieri in cuor suo pensi ancora che il Meccanismo europeo di stabilità, e quindi la Troika in casa dei Paesi membri, potrebbe essere una soluzione, ma avendo ascoltato le parole del Capo dello Stato e del Capo del Governo credo che la linea condivisa sia che oggi un Meccanismo europeo di stabilità con le condizionalità tradizionali, quindi la Troika in casa, non è nemmeno proponibile". Per quanto riguarda invece l'intervento di Mario Draghi, "conosco da talmente tanti anni Mario Draghi che so benissimo che lui di sicuro non si candida a nulla. Ha proposto una ricetta intelligente che è l'unica soluzione possibile, non è la ricetta Draghi ma è la ricetta che serve. E lui da presidente della Banca Centrale, ricordiamocelo, era stato un teorico del rigore. Ma siccome le condizioni sono profondamente cambiate, da persona intelligente adatta le ricette alle situazioni. Quindi penso che tirarlo per la giacchetta da un lato o dall'altro, magari per esorcizzarlo e invitarlo a stare alla larga, sia proprio la cosa più sbagliata di tutte", ha concluso Frattini. </div>
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Fonte <a href="https://www.agenzianova.com/a/5e819d7bb553c6.43924096/2872622/2020-03-30/coronavirus-ex-ministro-frattini-a-il-tempo-l-europa-ci-sta-prendendo-in-giro/linked" target="_blank">Agenzia Nova</a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_r-pVscT1Pv0JZMXHznzjfi5un1t40CDO5SoAPbg33R6uvaQHynxJ2_cjMzjvkB9_eeaWpL_Te040VPdjTW5pG8B8sSKG8f-CAgKvpPltGRLjF1mmxudoBdKuxzl1URgGZ585TDOEPZo/s1600/Frattini_Tempo_page-0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1136" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_r-pVscT1Pv0JZMXHznzjfi5un1t40CDO5SoAPbg33R6uvaQHynxJ2_cjMzjvkB9_eeaWpL_Te040VPdjTW5pG8B8sSKG8f-CAgKvpPltGRLjF1mmxudoBdKuxzl1URgGZ585TDOEPZo/s640/Frattini_Tempo_page-0001.jpg" width="452" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6CWqH8HDCP3eelU7ztewbfTQ-MC-JkNaZcxdWidkBU6lwfLuoGGFN3D23iRm7UtmCxf_d-x14AQnx_XUkwGgROd7cto66wHf-tT8vf55CzkN4WfEFmQUKb4KbIK7Izbn0iLpe8gjlGNk/s1600/Frattini_Tempo_page-0002.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1136" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6CWqH8HDCP3eelU7ztewbfTQ-MC-JkNaZcxdWidkBU6lwfLuoGGFN3D23iRm7UtmCxf_d-x14AQnx_XUkwGgROd7cto66wHf-tT8vf55CzkN4WfEFmQUKb4KbIK7Izbn0iLpe8gjlGNk/s640/Frattini_Tempo_page-0002.jpg" width="452" /></a></div>
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<br />Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2943452039190521282.post-27532877694301404102020-03-29T15:22:00.005+02:002020-03-29T15:23:26.652+02:00L’Italia abbandonata dalla madre Europa. Intervista a Franco Frattini sul momento più buio dei nostri giorni<b>L’Italia abbandonata dalla madre Europa. Intervista a Franco Frattini sul momento più buio dei nostri giorni</b><br />
<a href="https://ladiscussione.com/30960/attualita/litalia-abbandonata-dalla-madre-europa-intervista-a-franco-frattini-sul-momento-piu-buio-dei-nostri-giorni/" target="_blank">Intervista di Giovanni Gregori</a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp7LqD0iu0coqelEv4x95mhkaMDkCB3Vj6kkWoTwlTW5BldVTFLXChMIeouXr_4rOWcVMfcMnRVoVEDiQ70SQDBvwmRX-TqmLx9rSwOkagVPEnhw8HnUAtlwrWjk1Dt6Q0Va9eaa1trxg/s1600/italia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="950" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp7LqD0iu0coqelEv4x95mhkaMDkCB3Vj6kkWoTwlTW5BldVTFLXChMIeouXr_4rOWcVMfcMnRVoVEDiQ70SQDBvwmRX-TqmLx9rSwOkagVPEnhw8HnUAtlwrWjk1Dt6Q0Va9eaa1trxg/s320/italia.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="text-align: justify;">L’Italia mi ricorda in questo momento uno di quei cuccioli abbandonati dal padrone sulle afose strade estive, lasciato a girovagare nella calura dopo aver dato un’occhiata lacrimosa alla persona a cui fino al giorno prima aveva fatto le feste. L’Europa in questo momento incarna l’odiosa figura di quello che dimentica volutamente il cane per andarsi a fare le vacanze, vacanze brevi, anzi forse neanche iniziate.
Il virus si è diffuso e ha permeato i gangli di un’Europa ostile e scellerata. Nello scaffale della libreria due mie tesi, una vicina all’altra, tecnicamente lontane come argomenti ma i cui due titoli messi insieme mi fanno riflettere: Ut unum sint (sull’Unione europea) e Geopolitica delle lacrime (sulla fenomenologia del jihad). Dopo pochi anni quella parvenza di Europa unita, che si era trovata impreparata di fronte al il virus del terrorismo islamico, si ritrova disperata nella lotta contro il COVID19; un rompete le righe, un tutti contro tutti, una fuga isolata e spasmodica difficile da perdonare. Tra tanti infettivologi, comunicatori, sociologi del web, molti di questi capaci di argomentare su ogni cosa, decido di chiedere un parere ad una personalità che l’Europa e, direi, il mondo intero li ha vissuti come figura istituzionale in prima linea: il Professor</span><b style="text-align: justify;"> Franco Frattini.</b><span style="text-align: justify;"> Tra le sue innumerevoli cariche è stato due volte Ministro degli Esteri, vice presidente della Commissione Europea, ora docente e rettore di Relazioni Internazionali, Presidente di sezione del Consiglio di stato e Presidente della SIOI. </span><br />
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La prima domanda che rivolgo a lui, approfittando della sua cordialità e della disponibilità, forse è un po’ cruda ma pertinente alla situazione. </div>
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<i><b>Professore, l’Italia è stata abbandonata a sé stessa. Dove è finita la solidarietà e l’unità europea, quella che chiedeva De Gasperi citando “Ut unum Sint” nel 1953? A questo punto sembrerebbe che l’Italia dovrà confrontarsi e magari cooperare con gli Stati Uniti, Russia e Cina</b>. </i></div>
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L’ideale di De Gasperi di Shuman e di Adenauer purtroppo rischia di dissolversi perché personalità di quel tipo non ci sono più. Come non ci sono più neanche i Mitterand, i Kohl, la stessa Tatcher, gente che negli anni ottanta e negli anni novanta aveva, con difficoltà ma con successo, tenuto vivo l’ideale Europeo.
Quando sento dire che durante il Consiglio Europeo, nel pieno di una tragedia mondiale come quella che stiamo attraversando, il Premier Olandese e il Premier Finlandese vogliono porre veti, dicendo che i propri debiti ognuno se li paga da sé e che a loro della solidarietà europea poco interessa, immagino che il povero De Gasperi si rivolti nella tomba. Nella statura di questi “non leader” c’è il rischio di vanificare completamente il sogno Europeo. È chiaro che oggi, ancor prima di contare su dei rapporti fondamentali con USA e Russia, che hanno dimostrato di darci aiuti anche concreti, così come la Cina, dovremmo usufruire degli strumenti europei che ancora potrebbero funzionare: la BCE, se mettesse davvero sul campo settecentocinquanta miliardi di euro si avvicinerebbe molto alle misure imposte dal bazooka di Draghi. Manca però tutto il resto: l’Europa politica, l’Europa delle decisioni comuni che francamente non esiste in questo momento. Forse questa volta c’è un po’ più l’idea di un mediterraneo che si ritrova unito perché Francia, Spagna, Grecia, Italia e Portogallo sono tutti d’accordo; in compenso abbiamo i “soliti nordici” che non capiscono affatto che domani tutta questa tragedia potrebbe capitare a loro.
Tutto questo apre un pessimo precedente, perché noi siamo stati lasciati soli dinanzi alla tragedia dell’immigrazione e dei rifugiati e adesso ci ritroviamo nella stessa condizione di abbandono, magari non in questi giorni ma all’inizio dell’epidemia quando si diceva: “se la son beccata gli Italiani e gli Italiani se la tengono”. Sono state intercettate delle forniture sanitarie destinate all’Italia bloccate da paesi europei per non farcele arrivare. Cose impensabili. Oggi, ovviamente, tutti hanno capito che l’epidemia è arrivata in casa loro, non solo in casa nostra, però il segnale che l’Europa ha dato inizialmente è davvero devastante e spero che in queste ore il Consiglio europeo abbia un’illuminazione, cioè si renda conto che se continuano a mettere i veti su questioni di questo tipo si arriverà alla fine di ciò che l’ideale europeo rappresenta. È inutile poi mettersi a ragionare di procedure e di questioni tecniche.
Mi auguro che le istituzioni europee, la Von der Leyen, il Presidente del Parlamento Europeo, che è anche un italiano, possano spingere per una decisione più lungimirante, cioè che non faccia scoraggiare quelli come me che ancora credono nell’Unione Europea. </div>
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<b><i>Italia e Spagna battono i pugni sul tavolo, chiedendo più vigore nel sostenere la situazione emergenziale e hanno respinto le proposte degli altri paesi nordici. Il Presidente Conte ha dato un ultimatum di dieci giorni di tempo di per rivedere strumenti ormai vecchi di salvaguardia economica europea, direi inesistenti. Possono essere un tempo sufficiente? </i></b></div>
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Quando non ci sono gli accordi (io ho partecipato a centinaia di vertici europei internazionali) qualcuno dice: “prendiamoci una settimana di tempo per trovare una soluzione”. Se non si è trovata oggi, non si troverà neanche tra dieci giorni, questo è chiaro. Occorre la politica. Se la politica europea è imprigionata da egoismi assolutamente inaccettabili, sarà una strada difficilissima da percorrere; gli olandesi sono quelli che vogliono l’immunità di gregge, cioè sostengono di far ammalare tutti gli abitanti al fine di trovare la difesa contro il virus e potrebbero portare così a dimezzare la loro popolazione. E questo che vogliono? Sono cose talmente pazzesche che persino Johnson, che lo aveva detto, adesso ha istituito il blocco totale di tutta la Gran Bretagna. Gente che ragiona in questa maniera, che pensa che ognuno si possa fare gli affari propri in una casa comune, francamente non fa bene all’Europa. Non posso avere in casa mia un inquilino che mi dice: “Quando rimani fuori di casa, rimani fuori di casa. Poi, quando tutto va bene puoi rientrare.” Questo non funziona proprio. </div>
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<b><i>L’aumento del debito pubblico e la cancellazione del debito privato secondo la ricetta Draghi è una giusta visione? Il bilancio dello stato può essere la mascherina protettiva dell’economia per gli italiani? </i></b></div>
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Oggi è l’unica visione possibile, l’unica soluzione. In realtà il Presidente Draghi aveva fatto del suo, quando era Presidente della Banca Centrale Europea e aveva salvato l’Euro. In quella fase, tutti lo ricordiamo come un grande difensore del rigore, non certo del debito pubblico.
Lavorava con successo per tenere bassa l’inflazione, per evitare che gli stati si indebitassero; appare chiaro che ogni momento però ha la sua ricetta, come hanno affermato tutte le forze politiche italiane. Non chiamiamola ricetta Draghi, è la soluzione necessaria per questo momento terribile di crisi. Il governo federale americano ha messo sul tappeto duemila miliardi di dollari. Non ci vogliono singole posizioni ma valutazioni generali.
Oggi si può fare solo cosi: lo stato deve assumere debiti ulteriori perché noi siamo lo Stato e non un piccolo paese, siamo l’Italia, come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia. La stessa la Germania ha messo in campo un’altra enorme quantità di aiuto pubblico, questa è la soluzione. Il Presidente Draghi ha ricordato ai governanti: “Io che ero il difensore del rigore e della regola dell’inflazione bassa, oggi vi dico che bisogna spendere denaro pubblico altrimenti le economie muoiono.” Penso quindi che su questa via non ci siano oggi obiezioni, non a caso la stessa Germania ha in qualche modo cercato di sedare i soliti falchi europei scatenati, che ancora continuavano con il ritornello del rigore a tutti i costi. La Merkel ha riposto sul piatto non so quante centinaia di miliardi, mettendo a tacere un po’ tutti. </div>
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<b><i>La situazione che stiamo vivendo sul fronte sanitario può spingere ad una revisione del trattato di Maastricht e altri trattati attraverso un nuovo patto federativo fra stati europei?</i></b></div>
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Escludo l’ipotesi di rivedere il Trattato di Maastricht o i trattati europei. Se non c’è capacità di un accordo unanime nemmeno sull’aiuto d’emergenza per fare i coronabond o per fare gli eurobond, per un periodo limitato e per contenere una pandemia, è impensabile immaginare che ci si possa mettere intorno ad un tavolo per cambiare un trattato di una portata del genere. </div>
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<i><b>In un suo post su Twitter Professore lei scrive: “L’Olanda blocca l’eurogruppo, veto sui coronabond, ci ricorderemo di questa Europa.” Che Europa ci ricorderemo?</b> </i></div>
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Ci ricorderemo un’Europa degli egoismi, un’Europa in cui ci sono un manipolo di paesi che, a costo di mandare a picco l’ideale per cui l’Unione è nata, decidono di tenersi il proprio gruzzoletto per loro stessi senza pensare che, se cade l’idea di Europa, prima o poi cadranno anche loro. Vorrei vedere la Finlandia andare in giro per il mondo a competere e negoziare con la Cina o con l’India. Non si rendono forse conto che qui non stiamo parlando di piccole e marginali questioni: se vanno in crisi l’Italia, la Francia o la Spagna, saranno i finlandesi o gli olandesi a sostenere il peso dell’Europa rispetto alla Cina, l’India o alla Corea. È una visione di assoluta miopia istituzionale e noi dovremmo ricordarci che purtroppo c’è poco spazio per questa Europa confederale o stati uniti d’Europa di cui si parla, di quello che fu il sogno di De Gasperi.
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<b><i>Professore, da giurista mi dia un parere sull’annoso dilemma sui poteri tra il governo centrale e le regioni. Oggi vediamo problematiche in tema di emergenza sanitaria. I rapporti tra governo e parlamento non sarebbero’ da rimodulare secondo concezioni di democrazia rappresentativa affiancate dalla democrazia diretta?</i></b>
Io sono sempre stato favorevole nel riparto delle competenze tra stato, autonomie territoriali e regioni ma ci sono temi che sono troppo comuni a tutta l’Italia per poter essere affrontati diversamente dall’uno e dall’altro territorio e questo certamente riguarda l’emergenza. Quando ci sono le situazioni come quella che stiamo vivendo, non a caso c’è la Protezione Civile Nazionale ed esiste ciò che la Costituzione chiama “poteri di indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio”. Questi poteri non vogliono dire però sostituzione rispetto alle regioni, vogliono segnalare la funzione di indirizzo e coordinamento per cui, se una regione chiude tutto non è possibile che la regione vicina tenga aperto e che soprattutto, non essendoci frontiere tra regione e regione, la gente si trasferisca favorendo il contagio, come purtroppo è accaduto.
Certamente questo è il passaggio più delicato di tutti perché siamo in piena emergenza e non dovremmo rimodulare i rapporti tra stato e regioni; dobbiamo pensare ad un futuro in cui questa situazione tragica non ci sarà più. In questo momento è giusto applicare il decreto emergenziale ma bisogna pensare ad un ritorno alla normalità. Nella normalità non è possibile che lo stato centrale faccia tante cose che le singole regioni possono fare autonomamente, è giusto però che lo Stato si riprenda cose che purtroppo le regioni si sono accaparrate nel corso degli anni: penso alle grandi infrastrutture energetiche, al trasporto di livello nazionale.
È chiaro che ci sono temi che presuppongono l’unità di indirizzo dello Stato e l’emergenza sanitaria non può che essere statale, al fine di gestire in maniera uniforme i pochi strumenti a disposizione: dove mettere i ventilatori, dove mandare i medici d’emergenza, dove aprire un nuovo ospedale ecc. Sperando che l’emergenza passerà, non si tenti con questa normativa d’urgenza di dare un assetto stabile alla Costituzione del paese; ci sono state conferenze costituzionali, dibattiti parlamentari sulla riforma della Costituzione, non basta uno schiocco di dita per cambiare questo assetto. Facciamolo fino a che l’emergenza non sarà finita. </div>
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<b>Il coronavirus cambierà per sempre i nostri libri di storia?</b> </div>
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Il coronavirus cambierà i nostri libri di storia, perché è una tragedia paragonabile forse a quella che gli Italiani hanno sofferto durante la seconda guerra mondiale e gli americani giudicheranno seconda solo all’11 settembre. Il livello di dimensione e di gravità è immenso. Questa pandemia però, ci insegnerà che si devono rispettare semplici regole spicciole, basilari: se ti dicono di non andare a correre, pensare di eludere il divieto inventandoti qualche scusa può diventare un problema per gli altri. Cambieremo la nostra mentalità, quella stessa che porta molte persone a parcheggiare in terza fila senza preoccuparsi di nulla. Stavolta in ballo c’è la nostra vita. In ultima cosa, sono felicissimo di vedere che in questi giorni in Campania, dove il governatore sceriffo De Luca è sceso in campo personalmente, i contagi aumentano in misura più contenuta. Si può dire che, con la carota ed il bastone, in una regione in cui si temeva il dilagarsi del contagio, le persone abbiano recepito il messaggio. </div>
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Ringrazio il Professor Frattini, come sempre persona illuminata e competente. Dopo aver sentito per giorni dotti medici e sapienti di facebook, l’eloquio del professore ha riconciliato la mia mente. Per una questione scaramantica separo i due volumi delle mie vecchie tesi. Vicino a quella riguardante l’Unità dell’Europa trovo Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, (avrebbe dovuto chiamarsi magari Confessioni di una mascherina, se fosse stato scritto al giorno d’oggi) e nella collocazione dell’altro volume “Geopolitica delle lacrime” scelgo di affiancarlo a Psicomagia di Jodorowsky. Come invertire la rotta delle nostre paure, sciogliere i nodi del nostro malessere, semplicemente restando a casa. Andrà tutto bene.</div>
Franco Frattinihttp://www.blogger.com/profile/01661584364643151142noreply@blogger.com0